Fermo, bomba molotov contro i vigili urbani. Caccia all’uomo incappucciato

Due tentativi: centrata la finestra dell’ufficio, stanza incendiata

I vigili urbani (foto Zeppilli)

I vigili urbani (foto Zeppilli)

Fermo, 28 luglio 2017 - Due vigili urbani erano da poco rientrati nel deposito delle auto di piazza Dante dopo il turno serale, quando un uomo ha cercato di lanciare contro di loro una bomba molotov. Il primo tentativo è fallito, il secondo invece è andato a buon fine.

 Ancora un attentato contro gli uomini delle polizia municipale. Dopo l’agguato a fucilate del 25 ottobre 2015, questa volta gli attentatori hanno usato un ordigno incendiario.  E’ accaduto l’altra sera poco dopo la mezzanotte quando i vigili del turno di notte avevano staccato da qualche minuto. A lanciare la bomba un uomo incappucciato piazzato sul muro che si trova di fronte all’autorimessa comunale. Uno degli agenti lo ha visto mentre accendeva la miccia ed ha anche sparato un colpo in aria per spaventarlo. Dopodiché si è visto piombare contro la molotov e con un tuffo si è gettato sotto un’auto di servizio per evitare di essere colpito. L’ordigno ha centrato la finestra dell’ufficio periferico dei vigili, incendiando parte della stanza. L’agente è rimasto leggermente contuso, ma fortunatamente nulla di grave.

Sul posto sono subito intervenuti gli uomini della Squadra Volante del Commissariato e poco dopo quelli della Scientifica. Sul luogo dell’attentato anche il sindaco Paolo Calcinaro. Secondo la ricostruzione degli inquirenti quell’uomo, forse anche assistito da un complice, ha pianificato l’attentato in ogni dettaglio. Dopo aver neutralizzato i quattro lampioni che illuminano il deposito della polizia municipale, si è appostato in attesa di colpire. Un primo tentativo è andato a vuoto perché, secondo i rilievo della Scientifica, si sarebbe staccato l’innesco dell’ordigno, cadendo un paio di metri sotto il muro. Dopo alcuni minuti l’attentatore ha atteso che uno degli agenti rimanesse da solo e ci ha riprovato, questa volta con successo. Per lanciare l’ordigno e per avere una più lunga gittata, l’uomo incappucciato si è appoggiato ad una rete e ad un palo della luce adiacenti al muro. E’ qui infatti che gli uomini della Scientifica hanno rilevato un’orma del piede e delle impronte digitali. Ora, però, bisognerà capire se appartengono all’attentatore. Per il resto non ci sono ancora elementi per dare un nome e un volto a quell’uomo incappucciato.

 «Le indagini – spiega il vice questore Leo Sciamanna – per ora procedono a 360 gradi e non c’è una pista privilegiata da seguire, anche se stiamo cercando di capire se ci siano collegamenti con quanto già accaduto in passato ai danni della polizia municipale».   La lunga persecuzione ai vigili inizia infatti il 25 ottobre del 2015, quando qualcuno tende loro un agguato e li prende a fucilate nel vecchio autoparco di contrada S.Martino. Quel qualcuno spara ad altezza d’uomo e per uccidere. Seguiranno una decina di lettere e messaggi minatori.