Fermo, 5 agosto 2024 – Apparentemente erano i titolari di una rivendita di auto ma, dietro a questa copertura, si celava la loro vera attività di boss della droga alla guida di una potente organizzazione internazionale composta da albanesi e italiani. La banda era stata sgominata con la maxi operazione "Doppio Gioco" della Guardia di Finanza, coordinata dalla Dda, Direzione distrettuale antimafia di Ancona. In manette erano finite 12 persone, tra cui i personaggi di spicco del sodalizio criminale, i due fratelli albanesi Etmond e Klenis Qevani, di 47 e 39 anni, residenti a Porto Sant’Elpidio e titolari di un autosalone.
I due, insieme ad altri sei componenti dell’organizzazione, hanno chiesto e ottenuto il processo con rito abbreviato, rito che prevede lo sconto di un terzo della pena. Gli altri quattro appartenenti al clan hanno chiesto invece di patteggiare. Folta la schiera degli avvocati difensori presenti in aula: Vando Scheggia, Maurizio Cacaci, Igor Giostra, Domenico Biasco, Giancarlo Giulianelli, Francesca Petruzzo, Chirstian Agliani, Marco Maglietta e Marielvia Valeri. Al termine del processo Klenis Qevani è stato condannato a dieci anni e otto mesi, a Etmond "Renato" Qevani sono stati invece inflitti sette anni di reclusione. Queste le altre pene: Kleon Mema, 39 anni di Porto Sant’Elpidio, tre anni; Ferdinando Bongiovanni, 62 anni di Civitanova Marche, cinque anni; Arjan Ndoka, 49 anni di Porto Recanati, cinque anni; Geri Skilja, 29 anni di Frosinone, tre anni e quattro mesi; Elidon Shkalla, 28 anni di Frosinone, cinque anni; Adele D’Avino, 60 anni di Civitanova, un anno.
Il blitz era scattato all’alba del 29 giugno 2023 nelle Province di Fermo, Macerata, Ancona, Pesaro-Urbino e Frosinone, oltre che in Albania, Belgio e Spagna, e aveva visto impegnati 100 militari delle Fiamme Gialle. Gli arrestati erano stati ritenuti responsabili a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale e allo spaccio di cocaina e hashish. La complessa indagine, partita da Porto Sant’Elpidio dopo il sequestro di 20 kg di cocaina, aveva permesso di ricostruire l’attività e la struttura di una compagine criminale con base operativa nella cittadina della costa fermana e con ramificazioni sul territorio nazionale ed europeo. I primi passi dell’operazione, però, avevano preso il via nel 2020 quando, nell’ambito di un’altra indagine condotta dal Gico, era emersa la figura di un ex collaboratore di giustizia di origini campane responsabile di un nutrito gruppo di spacciatori italiani attivi in tutte le Marche.
Da lì gli investigatori avevano ricostruito la filiera della droga, prevalentemente cocaina che, grazie ad una potente organizzazione di matrice albanese, veniva importata con regolarità. Le menti dell’associazione criminale erano a Porto Sant’Elpidio, ed erano i due fratelli Qevani: Klenis, che aveva fiutato il pericolo, era riuscito a fuggire, ma era stato catturato in Belgio, Etmond era stato invece arrestato nel Fermano. L’attività delle Fiamme Gialle aveva consentito di individuare i soggetti di più elevato spessore criminale, di matrice albanese, che erano al vertice dell’organizzazione che si servivano della complicità di corrieri con auto dotate di doppiofondo per trasportare quintali di cocaina e hashish che giungevano a Porto Sant’Elpidio per poi essere distribuiti in tutte le province marchigiane e del centro Italia.