FABIO CASTORI
Cronaca

Colpo alla criminalità. Droga, armi e rapine. Arrestati due boss di Lido Tre Archi

Personaggi di spicco del clan dei nordafricani che controlla gli affari ’sporchi’ lungo la costa: nonostante fossero sottoposti a sorveglianza speciale continuavano la loro attività illegale.

Personaggi di spicco del clan dei nordafricani che controlla gli affari ’sporchi’ lungo la costa: nonostante fossero sottoposti a sorveglianza speciale continuavano la loro attività illegale.

Personaggi di spicco del clan dei nordafricani che controlla gli affari ’sporchi’ lungo la costa: nonostante fossero sottoposti a sorveglianza speciale continuavano la loro attività illegale.

Erano i personaggi di spicco del clan dei nordafricani di Lido Tre Archi che controlla gli affari "sporchi" lungo la costa e, nonostante fossero sottoposti a sorveglianza speciale, continuavano la loro attività criminale. La cosa non è sfuggita però ai poliziotti della squadra mobile e della squadra volante della questura di Fermo che, con una doppia operazione, li hanno tratti in arresto. In manette sono finiti due pericolosissimi pluripregiudicati tunisini, rispettivamente di 23 e 22 anni, già noti per reati contro la persona, rapine, furti, spaccio di stupefacenti e per violazione reiterata delle prescrizioni della misura di sorveglianza di pubblica sicurezza.

Tutto è iniziato quando gli uomini della squadra mobile hanno iniziato a pedinare un’auto sospetta di grossa cilindrata, che era stata notata da alcuni cittadini mentre procedeva ad alta velocità tra Porto Sant’Elpidio e Porto San Giorgio. La vettura intorno alle 15 è stata intercettata all’altezza di borgo Andrea Costa, a Porto San Giorgio, e alla guida è stato sorpreso il tunisino di 22 anni, già attenzionato per aver violato numerose prescrizioni della misura di sorveglianza alla quale era sottoposto. Assieme a lui, c’era un connazionale sul lato passeggero.

Visti i pregressi giudiziari del conducente e le violazioni di legge in atto, gli agenti hanno bloccato l’auto poco prima che ripartisse dall’incrocio semaforico e, una volta fatti scendere dal mezzo i due e collocato il veicolo in sicurezza, hanno sottoposto i tunisini ad un controllo. Entrambi sono risultati visibilmente agitati e non hanno saputo giustificare in alcun modo la loro presenza sul territorio, tanto che, il più giovane, ha posto resistenza ai polizotti, ostinandosi a non scendere dalla vettura e divincolandosi più volte dal controllo personale.

A quel punto gli uomini della squadra mobile hanno effettuato una perquisizione sui due e sul veicolo rinvenendo, occultata all’interno del vano portaoggetti, una replica di una pistola Beretta in ferro, priva di tappo rosso, con relativo caricatore. Accertata una situazione di elevata pericolosità, congiuntamente alla reiterazione delle violazioni della sorveglianza di pubblica sicurezza, i poliziotti hanno tratto in arresto il conducente.

A seguire l’attività di controllo si è diretta su un altro pericoloso tunisino, sempre gravato dalla misura di sorveglianza di pubblica sicurezza, con precedenti specifici per reati contro la persona e lo spaccio di stupefacenti. Gli agenti della squadra volante, dopo un appostamento di alcuni poliziotti a Porto Sant’Elpidio, hanno rintracciato il nordafricano. Il giovane, che alla vista degli uomini della questura ha tentato di eludere il controllo dandosi precipitosamente alla fuga, è stato successivamente fermato da due agenti, contro i quali si è scagliato con calci e pugni, dimenandosi violentemente. Anche per il secondo tunisino sono scattate le manette.

Entrambi i nordafricani, erano da tempo nel mirino della polizia in quanto personaggi di spicco del clan che controlla lo spaccio di stupefacenti nel territorio, responsabile di spedizioni punitive contro i rivali "d’affari" e di episodi di minacce gravi nei confronti di alcuni cittadini fermani, anche utilizzando cani di grossa taglia, addestrati persino a lanciarsi contro le forze di polizia. Entrambi gli arrestati, all’esito dell’udienza di convalida, sono stati tradotti in carcere su disposizione del gip di Fermo, in quanto ritenuti di allarmante pericolosità sociale.

Fabio Castori