Coltellate al coinquilino: arrestato 56enne Ha preso l’arma sul posto di lavoro

Le condizioni dell’indagato ricoverato a Civitanova sono migliorate: a breve il trasferimento in carcere

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I carabinieri del Comando provinciale hanno notificato un’ordinanza di misura cautelare in carcere al principale indiziato dell’omicidio di Satwant Singh, l’operaio indiano di 29 anni ucciso nella tarda serata del 17 ottobre scorso in un’abitazione di Bivio Cascinare. L’uomo, M.S. di 56 anni è stato raggiunto presso l’ospedale di Civitanova dove è ancora ricoverato. Le sue condizioni sono in miglioramento e a breve potrebbe lasciare l’ospedale per essere trasferito in cella. Al momento i militari hanno predisposto un servizio di piantonamento in attesa delle dimissioni dell’indagato. La misura cautelare è stata emessa dal gip del tribunale di Fermo che ha condiviso la richiesta del pubblico ministero, Alessandro Pazzaglia, supportata dalle risultanze investigative raccolte in questi giorni dagli uomini dell’Arma. Fondamentali alla ricostruzione della dinamica della tragedia sono state le testimonianze dei due connazionali presenti nell’appartamento teatro del delitto, che avevano subito indicato M. S. quale responsabile della fatale aggressione con un grosso coltello, sottratto dall’indagato sul posto di lavoro. Ma restava un quesito importante a cui rispondere: come si era ferito l’indagato in modo così grave? Rilevante a tal proposito è stato l’ultimo sopralluogo del Reparto scientifico dei carabinieri nella casa di Bivio Cascinare teatro dell’omicidio. L’esame con il luminol, svolto alla presenza del legale dei familiari della vittima, l’avvocato Danilo Mascitti, ha permesso di identificare tutte le tracce di sangue occulte e di stabilire, quasi con assoluta certezza, che la vittima è stata colpita dal connazionale 56enne con il grosso coltello da lavoro. Oltre alla pozza di sangue rinvenuta sul vano in cui è deceduto Satwant, gli specialisti del Reparto scientifico non hanno rinvenuto schizzi di sangue significativi che possano far pensare a una violenta colluttazione tra la vittima e il suo assassino. Importante invece l’analisi, sempre attraverso il luminol, della stanza dove dormiva il 56enne. Lì è stata evidenziata una scia di sangue sul pavimento che sarebbe attribuibile all’aggressore. Secondo gli investigatori, infatti, l’uomo si sarebbe auto inferto una coltellata per simulare un evento con una dinamica differente rispetto a quella reale. Ipotesi, questa, confermata in parte dagli altri due coinquilini testimoni del delitto.

Fabio Castori