
Gli avvocati. Comini e. Dionisi
Cinque anni e quattro mesi di carcere. Questa la pena che dovrà scontare Danilo Rotini, 21enne di Montefortino, giudicato colpevole del tentato omicidio di un amico, un coetaneo di origini cilene, avvenuto il 26 luglio 2024 ad Amandola, quando l’imputato si scagliò contro di lui a colpi di coltello, ferendolo gravemente. La sentenza è stata emessa nella tarda mattinata di ieri dal giudice delle udienze preliminari del tribunale di Ascoli Barbara Caponetti dopo aver ascoltato le repliche delle parti.
Nel corso della precedente udienza di mercoledì scorso il sostituto procuratore Cinzia Piccioni aveva chiesto la condanna a 6 anni e 10 mesi di reclusione. La sentenza del giudice Caponetti è stata dunque più mite rispetto alle posizioni della magistratura e della parte civile, che annuncia già ricorso in appello. Ma andiamo per ordine. Gli avvocati difensori Olindo Dionisi e Massimo Comini hanno invocato l’insussistenza della circostanza aggravante dei futili motivi, sulla quale faceva leva la pena prospettata dall’accusa, e il riconoscimento all’imputato delle attenuanti generiche. Considerazioni che, dopo circa due ore di camera di consiglio, hanno trovato d’accordo il giudice, per cui la pena è stata più mite rispetto alle richieste della Procura, attestandosi a 5 anni e 4 mesi di reclusione.
Rotini è stato condannato al pagamento di 6.000 euro a titolo di provvisionale immediatamente esecutiva in favore della parte civile costituita, con l’ulteriore danno da quantificarsi in sede civile e interdizione dai pubblici uffici. Parzialmente soddisfatto l’avvocato Emiliano Carnevali, difensore del padre della vittima, costituitosi parte civile, a differenza del figlio: "Si tratta di un fatto particolarmente cruento commesso per di più in un contesto di prevaricazione deliberata, costante e perdurante, che non meritava concessione di attenuanti generiche. Solleciteremo appello da parte della Procura" afferma l’avvocato Carnevali.
In attesa delle motivazioni gli avvocati difensori Massimo Comini e Olindo Dionisi così hanno commentato la sentenza: "è motivo di soddisfazione il fatto che sono state accolte le nostre considerazioni incentrate sulla concessione delle attenuanti e la rimozione dall’aggravante dei futili motivi". Qualsiasi sarà la pena alla fine dell’iter giudiziario che certamente vivrà un processo d’appello, andranno poi decurtati i giorni che Rotini ha già trascorso in carcere e agli arresti domiciliari dove si trova da un mese.
Peppe Ercoli