La buona notizia è che si è svolto il concorso per il primario di pediatria del Murri, reparto che ha quanto mai bisogno di un potenziamento e di essere rilanciato, anche con l’attività di neonatologia che deve essere di supporto all’ostetricia. A vincere il concorso è stata la dottoressa Veronica Albano, già in forza da anni al Salesi di Ancona, dove si è spesa soprattutto nel settore della gastroenterologia pediatrica. La dottoressa Albano ha superato di poco la dottoressa Emanuela Lanfranchi, già facente funzioni di primario al Murri, attualmente primario di pediatria a Urbino, grazie al punteggio conquistato in sede di colloquio che nelle Marche conta di più rispetto al curriculum. Per la vincitrice il punteggio è stato 18,170 per il curriculum e 66 per il colloqui, per la Lanfranchi 21,090 per il curriculum e 61 per il colloquio. Ora la dottoressa Albano ha sei mesi di tempo per dimostrare di riuscire a rimettere in piedi un reparto che da tempo va avanti grazie al personale fornito dalle cooperative, in fortissima difficoltà e con una urgente necessità di riconquistare la fiducia delle famiglie.
In molti si attendevano il rientro della Lanfranchi che a Fermo è stata per anni un riferimento per i pediatri del territorio e per tanti piccoli pazienti, oltre ad aver organizzato il reparto di patologia neonatale di cui è stata responsabile dal 2009, facendone un centro qualificato e riconosciuto che consente ai neonati critici di restare accanto alle mamme senza il bisogno di trasferirsi al Salesi. La stessa Lanfranchi ha richiesto di poter accedere agli atti del concorso, per capire cosa non abbia funzionato in sede di colloquio, visto il curriculum d’eccellenza, l’esperienza pregressa e l’attuale impegno come primario che ricopre ormai da due anni. Per ora l’arrivo della nuova primaria non è stato annunciato ufficialmente, c’è attesa per capire cosa succederà ma in tanti sui social hanno espresso malumore e grande apprezzamento nei confronti della Lanfranchi che pure si è espressa in un post, chiedendo chiarezza sullo svolgimento del concorso e sulla interpretazione del colloquio.
"Quando sono stata negli Usa mi avevano proposto di lavorare lì, semplicemente conoscendomi. Li non ci sono concorsi ma contano le referenze, quello che hai dimostrato di saper fare e che altri testimoniano per te. Chi ti assume scommette su di te ma devi essere all’altezza del profilo professionale richiesto e se non lo sei vai fuori, con la stessa facilità con cui sei stata assunta e chi ti ha scelto rischia di andare fuori anche lui se non fai bene, perché si deve assumere tutte le responsabilità della scelta. Forse è un sistema altamente competitivo e stressogeno ma sicuramente meritocratico. Ho lavorato e studiato tanto e pensare che tutto questo è stato cancellato, come un colpo di spugna, da una interpretazione soggettiva di un colloquio (che ho fatto benissimo per inciso) è davvero inaccettabile. Nel bando del concorso a cui si fa riferimento si richiede un profilo professionale preciso, che invito a leggere e sono certa che ogni minimo punto di quel profilo mi corrisponde, sia sul piano clinico che direzionale e per costruire questa professionalità sono arrivata ora a 150 chilometri da casa. Tutto questo deve avere un valore (e lo dico in linea generale) riconosciuto. Per il resto noi siamo chiamati a rispondere ad un bisogno di salute, a gestire la salute dei cittadini, ad accogliere con competenza la fragilità, pertanto il valore poi si rivela sul campo".
Angelica Malvatani