FABIO CASTORI
Cronaca

Condanna per estorsione. Continue richieste di denaro al fidanzato: gli spilla 50mila euro

Ogni bugia era buona per farsi dare denaro dall’uomo con cui aveva un flirt. Era arrivata a raccontare di essere stata ricattata da un’amica che voleva. diffondere le loro foto hard o di avere debiti con la criminalità organizzata.

Ogni bugia era buona per farsi dare denaro dall’uomo con cui aveva un flirt. Era arrivata a raccontare di essere stata ricattata da un’amica che voleva. diffondere le loro foto hard o di avere debiti con la criminalità organizzata.

Ogni bugia era buona per farsi dare denaro dall’uomo con cui aveva un flirt. Era arrivata a raccontare di essere stata ricattata da un’amica che voleva. diffondere le loro foto hard o di avere debiti con la criminalità organizzata.

Ogni bugia era buona per estorcere denaro all’uomo con cui aveva un flirt ed era perfino arrivata a raccontare di essere stata ricattata da un’amica che minacciava di diffondere le loro foto hard. Alla fine però la donna, originaria del Lazio, era stata smascherata dai poliziotti della squadra mobile che le avevano teso un tranello all’uscita del casello autostradale di Porto San Giorgio. Si è concluso con la condanna a tre anni e quattro mesi di reclusione il processo alla 40enne di Civitavecchia protagonista della vicenda, che è stata chiamata alla sbarra per rispondere del reato di estorsione. Nel corso delle udienze che si sono succedute, attraverso la testimonianza degli investigatori della polizia, è stata ricostruita la storia a partire da quando era cominciata la relazione tra un fermano e la donna laziale, che si erano conosciuti attraverso i social. In principio era stata una bella amicizia proseguita poi, anche se in forma discontinua, in un rapporto più personale. Lei, ad un certo punto, aveva cominciato a chiedere somme di denaro all’uomo, rappresentando prima piccole esigenze improvvise. Le somme erano state chieste in prestito con la promessa di restituirle non appena possibile. Dopo le prime centinaia di euro elargite fino a raggiungere la somma di alcune migliaia di euro, la 40enne si era inventata richieste e giustificazioni connesse a situazioni sempre più gravi che avrebbero potuto determinare serie conseguenze anche fisiche.

Era nata così la richiesta di 20.000 euro per pagare il dichiarato debito con un amico causato dalla perdita di numerose dosi di sostanza stupefacente, debito per il quale la donna aveva ricevuto chiare minacce di violenza fisica dai trafficanti e anche in questa occasione l’uomo si era prodigato per reperire almeno parte delle somme pretese dai malviventi. Successivamente, dopo aver ottenuto continuamente i bonifici richiesti, lei aveva continuato ad inventare altri motivi per spillare denaro all’uomo, arrivando a confessare che alcune loro foto intime erano state sottratte dallo smartphone da un’amica, poi risultata inesistente, che pretendeva una cospicua somma di denaro per non divulgarle sui social. Altri soldi racimolati e consegnati.

La fantasia della donna era arrivata fino al punto di chiedere altre somme per potersi curare dagli effetti del covid, in un reparto di terapia intensiva presso il nosocomio di un paese extracomunitario nel quale le prestazioni sanitarie erano a pagamento. Altro bonifico. Poi era tornata alla carica con le minacce di morte ricevute dall’organizzazione criminale proprietaria della droga perduta e un appuntamento al casello autostradale di Porto San Giorgio per la consegna del denaro. Gli uomini della squadra mobile, ai quali la vittima aveva raccontato le proprie vicende, avevano predisposto uno specifico servizio, presidiando in entrata ed uscita la zona dell’A14. All’appuntamento, però, non erano arrivati i componenti dell’organizzazione criminale, ma solo lei che, alla vista dei poliziotti, aveva tentato di darsi alla fuga. Una volta bloccata e perquisita le erano state trovate addosso le carte ricaricabili sulle quali l’uomo le aveva versato negli anni circa 50.000 euro, ma soprattutto alcuni telefoni cellulari che avevano permesso agli investigatori di accertare che i messaggi e le telefonate delle asserite minacce della criminalità organizzata erano state inviate dalla stessa donna, e da un suo complice mai identificato. Per lei era scattata la denuncia per estorsione.

Fabio Castori