Dopo aver scoperto le foto hard del marito con altre donne, era andata su tutte le furie e lo aveva picchiato ferocemente. Non papaga di tutto questo, aveva aggredito i poliziotti intervenuti per placare gli animi. La moglie violenta è finita sotto processo ed è stata condannata a un anno e quattro mesi per lesioni personali, resistenza a pubblico ufficiale. L’episodio si era verificato a Porto San Giorgio, quando, nottetempo, la polizia aveva notato, per strada, una violenta lite tra una donna ed un uomo. Lui era stato più volte colpito e trattenuto per i capelli, senza reagire fisicamente, tentando solo di difendersi dagli assalti. A quel punto gli uomini della questura avevano raggiunto velocemente la coppia e tentato di sottrarre lui dalla furia di lei, in evidente stato di ubriachezza. La donna aveva iniziato ad imprecare contro gli agenti, tenendoli lontani con i calci senza lasciare la presa del marito. Inutili erano stati i tentativi di dissuaderla dal persistere nei suoi atteggiamenti violenti.
Alla fine, per bloccarla senza rischiare di provocarle lesioni anche solo da caduta a causa del precario equilibrio psicofisico, gli agenti, dopo averla avvisata, avevano dovuto utilizzare lo spray al peperoncino in dotazione. Lei era stata bloccata dai poliziotti che poi avevano richiesto l’ausilio di personale sanitario per tranquillizzarla. Anche nei momenti di attesa dell’ambulanza, la donna aveva però continuato a tentare di colpire con calci e schiaffi gli agenti, che avevano faticato non poco per calmarla. Lui aveva poi dichiarato ai poliziotti che lei, sua moglie, aveva scoperto alcune foto di donne sul cellulare e, presa dalla gelosia, dopo una discussione lo aveva aggredito. La donna era stata denunciata alla Procura della Repubblica di Fermo per resistenza a pubblico ufficiale e sanzionata amministrativamente per lo stato di ubriachezza.
Dalle indagini era emerso che non era la prima volta che picchiava i suoi partner e il questore, ritenuti pericolosi certi atteggiamenti, aveva ritenuto necessario deferire la donna come misura preventiva. Insomma un avvertimento per farle capire che, alla prossima aggressione, avrebbe rischiato di finire in carcere. Poi il rinvio a giudizio, il processo e infine la condanna.
Fabio Castori