Confindustria spaccata sul nome di Ciccola

Tensione tra Ascoli e Fermo. Dietro l’addio di Melchiorri spunta anche una segnalazione fatta ai Probiviri. E tra pochi mesi si vota

"Doveva essere nominato un vicepresidente in sostituzione del dimissionario, Giampietro Melchiorri, doveva essere individuato nell’area fermana. Poiché sono anche il consigliere più anziano, è stato fatto, ed è stato votato, il mio nome": così, il vice presidente Enrico Ciccola, semplifica quanto avvenuto in Confindustria Centro Adriatico. Una nomina arrivata con una procedura anomala, perché toccava ai saggi individuare il papabile, ma serviva un traghettatore visto che, tra 7-8 mesi, si andrà al rinnovo delle cariche. E’ in quella sede che si giocherà la partita più importante e le manovre sono già ampiamente iniziate. Si saprà nei prossimi giorni, chi dovrà sostituire Melchiorri nella vicepresidenza di Assocalzaturifici. Nel merito, Ciccola fa melina, in attesa di indicazioni superiori. Se tutto portava a dare l’impressione che questo passaggio di consegne fosse avvenuto in piena armonia, è bastato penetrare (a fatica) la cortina di riserbo dietro la quale si sono trincerati gli industriali fermani, per appurare che il clima tra ascolani e fermani è tutt’altro che sereno. Da quanto trapela, tutto sarebbe scaturito da un episodio ben preciso: la presa di posizione degli stati generali dell’economia fermana, ovvero Confindustria con Giampietro Melchiorri e il direttore, Giuseppe Tosi, Cna e Confartigianato verso i nuovi amministratori regionali, ai quali era stato chiesto di nominare un assessore (o una figura tecnica da inserire in assessorato) espressione di questo territorio. Una iniziativa che non sarebbe piaciuta ad Ascoli tanto che, riferiscono i beninformati, il vicepresidente Melchiorri sarebbe stato oggetto di una segnalazione ai Probiviri. Una mossa che lo avrebbe portato a rassegnare le dimissioni (pienamente giustificate anche da problemi personali). A quel punto, occorreva individuare un nuovo vice pro tempore e la scelta è caduta su Ciccola che i fermani in larghissima parte non hanno sostenuto, ed è stato eletto con i voti degli ascolani. Non basta. Non sarebbero tempi buoni neanche per il direttore di Confindustria Centro Adriatico, Giuseppe Tosi che sarebbe stato oggetto di un paio di richiami. Gli industriali fermani restano silenti, ma è chiaro che le manovre per le elezioni siano più che avviate e che l’unità, la coesione e il senso di responsabilità cui ha fatto riferimento il presidente Mariani, al momento, siano meri auspici.

Marisa Colibazzi