
Fermo, 8 agosto 2023 – È stato il pubblico ministero Alessandro Pazzaglia a motivare, in venti pagine, il perché della richiesta d’archiviazione del procedimento penale a carico di due insegnanti del Conservatorio e del direttore Nicola Verzina, rimandando ogni decisione al ministero dell’Università e della ricerca per i necessari provvedimenti disciplinari. Nel documento si ricostruisce la complicata vicenda che parla di un modus operandi incompatibile con le disposizioni del Conservatorio e che il direttore avrebbe a sua volta dovuto far emergere e censurare. Lo stesso Verzina che fece circolare un documento di richiamo a tutti i docenti per ricordare il divieto di erogare lezioni a pagamento agli studenti. "La complessa indagine svolta dalla guardia di finanza" spiega il pm ha evidenziato condotte che "vanno ricondotte all’alveo degli illeciti disciplinari".
La vicenda emerse con un esposto in Procura dell’allora presidente, Carlo Verducci, che era venuto a sapere di episodi preoccupanti, di lezioni private cui alcuni studenti cinesi sarebbero stati ‘costretti’, per poter superare l’esame di ammissione al Conservatorio. I fatti contestati risalgono al periodo tra il 2017 e il 2020, i ragazzi coinvolti avrebbero poi ritrovato i docenti delle lezioni private nella commissione che doveva giudicarli per l’ammissione, una situazione che ha portato alle sanzioni disciplinari che hanno visto la sospensione per un mese di un docente, il licenziamento di una insegnante e la sospensione del direttore che ha ritenuto di doversi dimettere dall’incarico per meglio difendersi e preparare il ricorso contro una sospensione che ritiene immotivata. Secondo la ricostruzione della Procura, una ragazza cinese che non ha aderito alle lezioni private non avrebbe potuto sostenere un esame, "costringendola – scrive ancora il magistrato – a richiedere l’assegnazione in un’altra classe". In un altro caso uno studente avrebbe corrisposto 200 euro al docente dopo aver superato l’esame di ammissione. Secondo la procura le lezioni sarebbero costate ai ragazzi, sempre cinesi, dai mille ai due mila euro in totale. Per le indagini manca l’aspetto della violenza e della minaccia per perseguire i docenti penalmente, per concussione, così come sarebbe invece prescritto il reato di falso in atto pubblico. Da qui, la richiesta del pm al gip perché disponga l’archiviazione del provvedimento, mandando ‘informativa alla autorità disciplinare, il Mur, per le valutazioni del caso.