Coronavirus Fermo, il paziente uno sta meglio. Un saluto a casa

L’uomo di Lido San Michele ha parlato con i familiari ed è stato trasferito in una struttura dove completerà le cure. A Fermo 63 positivi

Emergenza coronavirus

Emergenza coronavirus

Fermo, 27 marzo 2020 - Ha potuto parlare con i suoi cari Maurizio, l’uomo di Lido San Michele che dai primi giorni del mese era ricoverato in terapia intensiva per gli effetti del coronavirus. In videochiamata ha salutato i suoi familiari commossi che non lo vedevano da venti giorni, ha dato cenni di ottimismo, è ormai in fase di ripresa e già nel pomeriggio è stato trasferito in una struttura per la post acuzie, dove farà un periodo di riabilitazione. Sono 63 i fermani positivi tra isolamento domiciliare, ricoveri in malattie infettive o medicina covid (una quindicina) e terapia intensiva.

Lo annuncia il sindaco Paolo Calcinaro che pure saluta con gioia la ripresa del paziente uno: "Proprio questa novità, mi dà modo di ricordare a tutti quello che si sta facendo al Murri per cercare di contenere questo evento epocale: è stata allestito il terzo reparto di terapia intensiva per capacità di posti della Regione (dopo Torrette e Pesaro) e si sono ampliati enormemente gli spazi di malattie infettive e per ricoveri Covid. Insomma, il nostro territorio sa che c’è possibilità di ricevere i numeri che si stanno alzando e che i propri contagiati non saranno numeri che iniziano a girare per la regione o anche fuori da essa.

Questi sono dati importanti, in un momento dove tra fake news, demagoghi locali in cerca di visibilità o consensi, virologi inventati, rischiamo di perdere la tramontana, specie sui social. E voglio ribadire che quello che diciamo da giorni, con il passare del tempo non si disperde, anzi deve valere sempre di più: i nostri eroi sono nella nostra sanità, quelli che anche in questi minuti lottano, rischiano, a volte vincono e a volte perdono, dentro i nostri ospedali, anche nel Murri, o quelli che si sacrificano oggi con i propri reparti diventati al momento non ’centrali’ in questa lotta, ma sanno farlo, sanno arrangiarsi con tutte le possibili difficoltà. Ora a noi sta cercare di spingere per fare la nostra parte, sia sulle nostre condotte di isolamento ma anche di reperimento di ogni materiale utile come le mascherine o altri presidi".