Coronavirus Fermo, prefetto: "Un momento decisivo grande impegno delle forze dell’ordine"

La Filippi termina giovedì il periodo di quarantena dopo che un dipendente della Prefettura è risultato positivo. "Restate a casa, i controlli sono efficaci"

Il prefetto Vincenza Filippi

Il prefetto Vincenza Filippi

Fermo, 24 marzo 2020 - Giovedì prossimo terminerà l’isolamento sanitario del prefetto Vincenza Filippi e di tutto il personale della Prefettura a seguito della positività al Coronavirus riscontrata in un impiegato.

LEGGI ANCHE Coronavirus, addio al papà della sindaca Mancini - Coronavirus la situazione nelle Marche Eccellenza, come è stato questo periodo di quarantena?

"Ho deciso, d’accordo con le autorità sanitarie, l’isolamento domiciliare mio personale e di tutti i dipendenti anche per la salvaguardia della funzionalità della Prefettura, che conta 14 unità sulle 35 previste e che si basa molto sul lavoro trasversale tra i vari uffici. Restando da sola nel Palazzo di Governo, mi sono dovuta adattare anche a qualche mansione pratica, ma alla fine con la modalità da remoto, i contatti continui con i dirigenti che erano nel proprio domicilio e lavorando anche 13-14 ore al giorno, l’attività della Prefettura non ne ha risentito. Abbiamo svolto regolarmente le nostre funzioni, compresa la gestione del Centro coordinamento soccorsi". Funzioni che, con l’ultimo decreto ancora più restrittivo, sono aumentate.

"Sì, è previsto anche che le attività con ciclo produttivo continuo debbano presentare una comunicazione alla Prefettura. È già pronto un modello utile agli imprenditori, scaricabile sul sito della Prefettura di Fermo. Spetta poi al Prefetto la verifica delle condizioni e, qualora non ci fossero, di disporre l’interruzione dell’attività".

All’inizio i controlli dei negozi che dovevano chiudere e degli automobilisti autorizzati a circolare, poi la vigilanza di spiagge e parchi, adesso quella legata alle ultime disposizioni restrittive. Davvero un compito impegnativo per le forze di polizia che lei coordina?

"Il nostro è un lavoro silenzioso, ma costante, sinergico e completo. Ringrazio polizia, carabinieri, finanza, le polizie locali e la capitaneria di porto per la grande disponibilità fornita, l’obiettivo della salute dei cittadini è oggi preminente su tutti gli altri e cerchiamo di garantirlo con il massimo impegno".

I controlli stanno dando buoni frutti?

"Facciamo opera persuasiva verso coloro che ancora faticano ad accettare le misure restringenti e perseguiamo con fermezza chi non è in regola. Rispetto ai primi giorni, si nota una maggiore consapevolezza a rispettare i divieti. Ne approfitto per rinnovare l’invito a tutti i fermani di non uscire da casa".

Gli esperti dicono che questa sarà la settimana più importante nella lotta al Covid-19, sul fronte sanitario il sistema fermano è messo a dura prova.

"È vero, questo è il momento più delicato. L’ospedale Murri fin dall’inizio ha accolto pazienti positivi provenienti anche da fuori provincia, il reparto di Malattie infettive, altamente specializzato, era stato subito individuato come punto di riferimento per le Marche sud, ora è nel pieno del suo utilizzo. Apprezzo molto il direttore Livini, i medici e tutto il personale per gli sforzi che stanno compiendo in condizioni critiche".

Avete pronto un piano nel caso servissero ulteriori spazi?

"Nell’ambito dell’attività del Centro coordinamento soccorsi, d’accordo con il direttore dell’Area Vasta 4, ho richiesto alla Regione una tensostruttura, già in allestimento vicino al pronto soccorso. Sono in contatto con lo stesso Livini e il sindaco Calcinaro, stiamo valutando alcune soluzioni se dovessero servire altri posti letto, ma mi auguro davvero che non ce ne sia bisogno".

Il personale sanitario chiede sistemi protettivi e anche di essere sottoposto a tampone per una maggiore sicurezza.

"La Regione ha un piano specifico, personalmente mi sono interessata con colleghi Prefetti del nord Italia per acquisire informazioni su aziende leader nella produzione dei tamponi che potrebbero essere d’aiuto anche nel nostro territorio".

In questi ultimi giorni i sindaci del Fermano hanno manifestato il loro rammarico per la mancata comunicazione dei nomi dei deceduti per il virus. Come si può ovviare?

"Il sistema dei dati è gestito dalla Regione, mi interesserò per vedere cosa si può fare nel rispetto della privacy. Tra le brutalità del virus c’è questo aspetto dei morti senza un funerale, immagino anche il dolore delle famiglie, alle quali esprimo tutta la mia vicinanza".

Il virus, oltre a decessi e contagiati, sta causando anche gravi conseguenze economiche. Il settore calzaturiero rientra tra le attività da sospendere, per il nostro distretto, già provato dalla crisi e dal terremoto, rischia di diventare un colpo di grazia. È preoccupata?

"Sì, avverto questo rischio. Il riconoscimento dell’area di crisi complessa era uno spiraglio di luce, adesso il virus è una batosta per tutti, anche per il distretto fermano. Gli italiani, i marchigiani in particolare, hanno risorse incredibili. Sono sicura che alla fine del virus ci sarà una rinascita etica sui valori legati al senso di di comunità, che potrà essere di sprone anche nella ripresa dello sviluppo del tessuto imprenditoriale del Fermano. Questo è il mio augurio ed il mio auspicio".