Anziana morta di Covid a Fermo: due indagati

Il gip ha accolto la richiesta dei familiari di un’anziana ospite della casa di riposo Sassatelli e disposto altri accertamenti sul contagio nella struttura

L’ingresso della casa di riposo

L’ingresso della casa di riposo

Fermo, 30 settembre 2022 - Si continui ad indagare su quei casi di Covid alla casa di riposo Sassatelli e si individuino eventuali responsabilità nel rispetto delle linee guida per evitare i contagi. Lo ha disposto il gip del tribunale di Fermo, Maria Grazia Leopardi, che ha respinto la richiesta d’archiviazione della Procura della Repubblica ed ha accolto l’opposizione presentata, per conto dei familiari, dall’avvocato Stefano Mattii.

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Colpo di scena nell’indagine sul focolaio di Covid registrato tra novembre e dicembre nella residenza sanitaria per anziani fermana.

Nel mirino degli inquirenti sono infatti finiti il direttore e il presidente del Consiglio d’amministrazione della struttura che sono stati iscritti nel registro degli indagati. Al momento, dopo le disposizioni del gip, si tratta di un atto dovuto, ma nei prossimi giorni di indagine si capiranno realmente le posizioni dei due. L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Francesca Perlini, aveva preso il via nel gennaio 2021 a seguito di una denuncia presentata dai figli di un’anziana di Fermo, morta pochi giorni prima, esattamente il giorno di Natale, dopo aver contratto il Covid nella casa di riposo. Obiettivo dei familiari della donna, fare luce sulle cause di un focolaio che si era sviluppato all’interno della struttura e non le cure a cui la vittima era stata sottoposta, che, secondo il consulente medico legale della Procura della Repubblica, sono risultate adeguate.

Il magistrato inquirente, infatti, aveva subito chiesto accertamenti per capire se l’anziana fosse stata curata nel migliore dei modi e, sulla base delle risultanze della perizia, aveva chiesto l’archiviazione del caso. Ma, secondo il gip ci sono altri elementi da accertare: ovvero se nella residenza sanitaria per anziani in questione sono state rispettate le linee guida che, al tempo dei fatti, avrebbero potuto impedire il contagio e il decesso di diversi ospiti. Era emerso, anche su ammissione del direttore, che il presunto autore dei contagi era stato un anziano, portato all’ospedale Murri per alcune cure e fatto rientrare più volte al Sassatelli.

"L’ospedale di Fermo – spiega l’avvocato Mattii – in quei mesi era una struttura covid ed erano state cancellate visite e prestazioni per esterni. Vorremmo capire perché quel paziente, che poi ha scatenato il focolaio al Sassatelli, non è stato fatto curare in un nosocomio ’Covid free’. Sarebbe stata la soluzione più logica e che sicuramente non avrebbe messo a rischio gli altri ospiti. Non siamo stati noi ad identificare la fonte del contagio, ma lo stesso direttore della struttura, che lo ha dichiarato apertamente ai miei assistiti. A maggior ragione il sospetto è più che fondato sul fatto che non siano rispettate le linee guida per prevenire il focolaio che si è sviluppato nella residenza sanitaria per anziani di Fermo. Quantomeno bisognerebbe chiarire perché quella persona che ripetutamente si era recata al Murri non è stata messa in isolamento come prevedeva la prassi".

Agli stessi interrogativi dell’avvocato Matti e dei figli della vittima dovrà dare ora risposte certe il sostituto procuratore a cui è stato disposto di effettuare ulteriori indagini.