"Covid, in autunno dobbiamo essere pronti"

Medici di base a confronto con il primario di malattie infettive e il direttore del dipartimento di prevenzione: dobbiamo proteggerci

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di Angelica Malvatani

Il Covid che c’è ancora, il Covid che non va in vacanza e quello che potrebbe tornare prepotente, con l’arrivo dei primi freddi. Ma anche il Covid che resta addosso dopo essersi ammalati, per una malattia che lascia segni a lungo. Si sono ritrovati tanti specialisti nella sala dell’ordine dei medici, proprio per confrontarsi su un argomento quanto mai importante, come spiega la presidente dell’ordine, Anna Maria Calcagni: "Abbiamo voluto mettere in piedi cinque diversi corsi di formazione che valgono come aggiornamento per i medici ma soprattutto sono momenti di confronto utili a trovare un linguaggio comune e buone prassi condivise. Il Covid lo richiede in maniera particolare, negli altri incontri abbiamo parlato e parleremo ancora di radioprotezione, per i colleghi esposti a questo tipo di problematica, di antibiotico resistenza, di medicina di genere e di molto altro". Il cuore della giornata sono state le relazioni del primario di malattie infettive, Giorgio Amadio, e del direttore della prevenzione Giuseppe Ciarrocchi. Amadio, la mascherina ancora addosso, parla di cauto ottimismo: "Sono consapevole del fatto che si debba ripartire, che la mascherina è ormai un accessorio non indispensabile. So anche però che il Covid non è sparito, che negli ultimi giorni ho avuto in reparto cinque nuovi ricoveri, tre solo tra ieri e oggi". Dunque il Covid c’è ancora, anche se si gestisce meglio rispetto al passato: "Il vaccino ci protegge e ci proteggerà ancora, chi arriva in ospedale ha altre patologie che diventano rischiose con l’aggiunta del Covid. L’ottimismo di questi tempi lo dobbiamo alla campagna di vaccinazione. In reparto abbiamo riaperto i posti letto di malattie infettive pulite, non si sente la pressione sul sistema ospedaliero, anche se i casi continuano ad aumentare".

I medici hanno una diversa consapevolezza rispetto alla prima ondata, hanno cure, farmaci antivirali: "Oggi il virus attacca le alte vie respiratorie, meno quelle basse. Le varianti che arrivano dall’estero sembrano ben gestite dal vaccino. Siamo moderatamente ottimisti ma di sicuro è bene tenersi pronti, da qui al prossimo autunno, e confrontarci tra noi". Ciarrocchi ha assicurato l’efficacia di una vaccinazione che sul territorio ha coperto con tre dosi l’80 per cento della platea: "Meno bene è andata con la quarta dose, gli anziani non hanno seguito il nostro consiglio. Possiamo dire di avere comunque una buona protezione, contro un virus che non va mai considerato come un semplice raffreddore. Non dobbiamo avere paura di una possibile calendarizzazione dei vaccini, è possibile che dovremo procedere come si fa con l’influenza, con l’aiuto dei medici di medicina generale per coprire di nuovo la popolazione e restare sereni come siamo oggi". Secondo i medici la circolazione del virus è oggi sottostimata almeno del 70 per cento, chi si ammala lo fa in forma lieve, proprio grazie ai vaccini, a volte non se ne accorge nemmeno o nasconde la positività riscontrata con i tamponi a domicilio.