Covid Fermo, Malattie infettive raddoppia i posti letto. "Sei medici in più, ma non basta"

Il direttore dell’Area Vasta Livini: la diffusione è rapida, il futuro dipende dal comportamento di tutti noi. Sei positivi in una Rsr

Da sinistra, Vittorio Scialè e Licio Livini (foto Zeppilli)

Da sinistra, Vittorio Scialè e Licio Livini (foto Zeppilli)

Fermo, 30 ottobre 2020 - Si combatte a mani nude. Confessa la sua preoccupazione crescente il direttore dell’Area Vasta 4 Licio Livini. Parla di numeri che stanno cadendo addosso al sistema sanitario. "Bisogna tornare alle cose più semplici che sono quelle certe – dice Livini –: tamponi e test, isolamento e tracciamento, sono le parole chiave su cui cerchiamo di concentrare i nostri sforzi. Quando le situazioni si aggravano ci sono le strutture che ricoverano, ma noi vogliamo frenare il ricovero.

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La diffusione è rapida, non si riesce a tracciare la mappa del contagio". Servono rinforzi. E di ieri una determina per prendere sette medici, sei arrivano di sicuro: "Sono neo abilitati, dedicati a questo tipo di attività, per dare supporto al dipartimento di prevenzione e al territorio e sul versante scuola dove le difficoltà sono grandi, anche legate a ansie preoccupazioni e paure di sindaci, insegnanti, dirigenti, interlocutori in questi percorsi. Solo 10 minuti fa ci è arrivato un elenco di figure professionali che potremmo avere a disposizione dalla Protezione civile, servono risorse importanti da dedicare soprattutto sul versante territoriale".

Si sta lavorando anche per attivare qualche punto di riferimento nelle aree interne per test e tamponi: "Non abbiamo ancora deciso né come né dove ma una soluzione la troviamo, anche per dare risposte a territori come Amandola, lontani da Fermo". Oggi si fanno almeno 500 tamponi al giorno, intanto al Murri è già una fase di emergenza: "Stiamo lavorando in queste ore per portare i letti di Malattie infettive da 31 a 68, occupando anche lo spazio della medicina. Pensiamo di mettere in piedi anche spazi autonomi per le terapie intensive, per mantenere percorsi puliti per le altre patologie. Fino ad oggi abbiamo trasferito altrove i pazienti che necessitavano di terapia intensiva, oggi anche fuori si sta in sofferenza".

Super lavoro per i medici di medicina generale, per i pediatri e per il territorio, come spiega il responsabile del distretto Vittorio Scialè: "Si sta lavorando con grande impegno. Per esempio proprio in questi giorni, nonostante avessimo chiuso ormai da due mesi tutte le nostre residenze sanitarie, abbiamo registrato un operatore positivo nella Rsr di Porto San Giorgio, poi sei ospiti positivi su 14, per fortuna tutti asintomatici. In queste ore si procede alla sanificazione, i pazienti sono stati spostati a Campofilone o a casa ma da lunedì si torna operativi. Ci offre un valido supporto la struttura post acuzie di Campofilone che però può contare su pochi posti letto, solo 48 e solo 10 sono occupati da pazienti del nostro territorio".

Scialè spiega che manca del tutto la previsione di spazi post acuzie, per sollevare le malattie infettive oggi prese d’assalto. Livini spiega che nel territorio si pensa a riconvertire qualche struttura: "Vorremmo che si procedesse tutti con la stessa velocità e la stessa visione. Le persone che vanno a Campofilone potrebbero riacutizzarsi, potrebbero rientrare in ospedale. Ripeto, lottiamo a mani nude, l’età media dei ricoverati si sta abbassando, siamo sui 70 anni, il rischio è ovunque, la differenza la fanno i corretti comportamenti di ciascuno di noi".