Covid Fermo, 9mila anziani per il vaccino. "Casi in calo, ma le varianti preoccupano"

Ciarrocchi, responsabile del servizio prevenzione: i soliti accorgimenti vanno rispettati, speriamo presto nella vaccinazione di massa

Giuseppe Ciarrocchi insiste sull’importanza del vaccino e delle misure di prevenzione

Giuseppe Ciarrocchi insiste sull’importanza del vaccino e delle misure di prevenzione

Fermo, 19 febbraio 2021 - Il Covid muta, cambia, si adatta, si fortifica per diffondersi meglio e più in fretta. Per questo è fondamentale togliergli terreno fertile, vaccinare il più velocemente possibile almeno il 70 per cento della popolazione. Lo ripete ormai da settimane il responsabile del servizio prevenzione dell’Area Vasta 4, Giuseppe Ciarrocchi, la battaglia si fa su quel fronte, ma bisogna fare in fretta. "Per ora – dice C iarrocchi – le varianti che circolano rispondono al vaccino, ma anche questa è una situazione che potrebbe cambiare rapidamente. Per questo è essenziale che si riduca la circolazione virale, che si eviti che varianti come quella inglese, col suo indice di contagiosità altissimo, diventi prevalente in un territorio come sta accadendo nella città di Bollate. Meno il virus circola e meno rischiamo che il vaccino non funzioni più".

A Fermo non sono state isolate varianti strane, "anche se la vicinanza con Ancona o con l’Umbria non ci fa stare tranquilli", ribadisce Ciarrocchi. Il laboratorio dell’istituto zooprofilattico di Fermo è in grado di riconoscere casi sospetti di altre varianti e di inviarli al laboratorio regionale, dentro un processo lungo e costoso. "Dobbiamo dire – va avanti – che in questi giorni non assistiamo ad un aumento significativo dei casi, siamo nell’ordine di 10, 15 nuovi positivi al giorno che però si tirano dietro i contatti stretti e abbiamo sempre gli asintomatici che non riusciamo in nessun modo a intercettare. Per questo restano validi i soliti accorgimenti, la mascherina, l’igiene, il distanziamento sociale, nella speranza di scongiurare ulteriori chiusure". Intanto in questi giorni si sta completando la vaccinazione di tutti i professionisti della sanità, compresi i volontari delle pubbliche assistenze, i farmacisti, i professionisti del privato.

Domani tocca agli ultra 80enni, i cosiddetti grandi anziani che saranno al punto vaccinale di Montegranaro, dalle 9 del mattino in avanti, per circa 260 dosi al giorno. Si sono prenotati quasi 8 mila anziani, sono 826 nel punto vaccinale di Amandola, su un totale di 15 mila e 300 over 80 fermani. "La sede di Montegranaro – spiega Ciarrocchi – è stata scelta per ragioni di opportunità, si tratta di un nostro spazio che non ci comporta aumento di costi, al primo piano dunque facilmente accessibile anche dagli anziani, con un ampio parcheggio. Ulteriori punti vaccinali comportano una organizzazione più dispendiosa, ma si vedrà nelle prossime settimane, considerando quante dosi di vaccino ci arriveranno. Per ora siamo ancora molto lenti e spazio e personale ci bastano".

Le prenotazioni arrivano per ora fino al 26 marzo, ad Amandola già il 27 di febbraio finiranno le somministrazioni delle prime dosi, poi si torna dopo 21 giorni per la seconda. Non ci sono ancora indicazioni sulle procedure per gli anziani che non si possono muovere da casa, si cerca ancora un accordo coi medici di medicina generale che non c’è: "Per i vaccini congelati, lo Pfitzer e il Moderna, non è semplice la gestione per i medici di base, spiega Ciarrocchi, bisogna fare attenzione a non sprecare le dosi che po ssono stare da scongelate solo per 6 ore. Meglio si gestisce l’Astrazeneca che dovrebbe essere somministrato agli insegnanti e alle forze di polizia, per ora affrontiamo le sfide più vicine, poi si parlerà anche di questo. Penso ai prossimi passaggi e alle vaccinazioni di massa che speriamo partano presto, secondo me dovremmo valutare l’opportunità di procedere nei palazzetti dello sport, per raggiungere in poco tempo il maggior numero possibile di persone".