Fermo, crolla il tetto della scuola. Stabili del centro ai raggi X

Il sindaco Calcinaro: «Ispezioni nelle strutture di nostra competenza»

CROLLO L’aula del Triennio del Montani dove lunedì mattina  ha ceduto il tetto  e , nel tondo,  il sindaco Calcinaro

CROLLO L’aula del Triennio del Montani dove lunedì mattina ha ceduto il tetto e , nel tondo, il sindaco Calcinaro

 

Fermo, 17 maggio 2018 - Un tetto che crolla, un buco che resta come una ferita su un edificio e addosso alla città tutta. C’è preoccupazione per tutti gli edifici storici del centro di Fermo. I vigili del fuoco nel corso dei sopralluoghi fatti al Montani hanno parlato di tante strutture realizzate come quella che ha ceduto, con le travi e sopra la camorcanna a coprire alla vista quello che c’è sotto e eventuali cedimenti. Da qui la necessità di controlli accurati e continui, per il sindaco Paolo Calcinaro è sicuramente una situazione che richiama tutti ad una responsabilità forte.

«Molti edifici della città – spiega – sono costruiti in questo modo, persino il palazzo dove vivo io. Situazioni di privati che devono in qualche maniera adeguarsi e valutare la sicurezza del proprio edificio. Per quanto riguarda le scuole di competenza del Comune, solo il palazzo che ospitava la scuola media Betti era così ed è ormai da diversi mesi inagibile, dunque, non desta preoccupazioni. Per il resto, stiamo prendendo in considerazione ogni stabile e tutte le situazioni di nostra competenza per essere il più sicuri possibile». Calcinaro ricorda che il tetto della Don Dino Mancini era l’unico che aveva creato dei problemi ed è stato uno dei primi ad essere ispezionato nei giorni scorsi.

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«Sicuramente – aggiunge – siamo tornati su ogni scuola, lo abbiamo fatto di continuo dopo il sisma, siamo stati a lungo con le scuole chiuse proprio per non lasciare nulla al caso. E’ chiaro che situazioni come quella del Montani ci tengono in allarme. I tecnici non avevano avuto nessun segnale per intervenire e, dunque, credo davvero che da parte loro non ci sia stata mancanza di scrupolo, anzi. E’ altrettanto evidente che serve da parte di tutti uno sforzo in più». Calcinaro sottolinea che ci sono anche responsabilità altre e ritardi ormai non più giustificabili.

«E’ possibile che a distanza di un anno dal sisma non ci sia nemmeno una gru, a fronte di tantissimi soldi stanziati proprio per la sicurezza delle scuole e delle strutture? Io penso che non sia tollerabile oltre un ritardo di questo genere che lascia noi amministratori di fronte a responsabilità immense, con le poche risorse che abbiamo a disposizione. I milioni ci sono per il sisma, è tempo di avviare i lavori».

Le scuole ce l’hanno l’indice di vulnerabilità? «Finora non ce l’ha avuto nessuno, troppo alti anche qui i costi, abbiamo tempo fino al 31 agosto 2018 per adeguarci, ma anche qui i tempi sono sbagliati, il bando per accedere ai fondi che ci sostengono in questo senso va da maggio a giugno per procedere con le progettazioni, tempi risicati per una situazione complessa, vedremo come fare».

Dopo il crollo la dirigente, Margherita Bonanni, ha inviato una relazione all’Ufficio Scolastico regionale delle Marche. La Bonanni ha spiegato che «l’intero tetto era stato consolidato dopo il terremoto del 2016», ma la porzione crollata, collegata alla vicina chiesa di Sant’Agostino danneggiata dal sisma, «è difficile da raggiungere per fare verifiche».