Cultura e solidarietà Sul palco ’Lear pro Anffas’

Al teatro Alaleona lo spettacolo con Saverio Marconi si lega a un’idea del Rotary

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Cultura a braccetto con la solidarietà, grazie al progetto ‘Lear pro Anffas’ concretizzato dal Rotary Club Alto Fermano Sibillini. Questa sera, alle 21.30, il teatro Alaleona di Montegiorgio ospiterà lo spettacolo ’Lear’ che vedrà sul palco Saverio Marconi, nome forte del teatro italiano, e Manu Latini, uno dei giovani talenti del panorama marchigiano. Il Rotary Club Alto Fermano Sibillini lavora da oltre un anno all’iniziativa, avviata dal past president Emidio Pipponzi e portato a conclusione durante l’attuale presidenza di Massimiliano Tintinelli. Ingresso ad invito, l’intero ricavato sarà devoluto all’Anffas Fermana, con sede a Monteverde frazione di Montegiorgio. Un progetto di elevato livello culturale con un big del teatro italiano, uno spettacolo di spessore (durata 65 minuti) e una finalità da applausi per l’intero mondo rotariano. L’attore e regista festeggia i suoi 50 anni di carriera con un titolo importante ‘Lear’, con la drammaturgia tratta dalla celebre opera di William Shakespeare di Gabriela Eleonori, che firma anche la regia. La produzione è di Pm Theatre in collaborazione con la Compagnia della Rancia. Stamattina alle 11 ’Lear’ sarà propoposto agli studenti del liceo e dell’agraria di Montegiorgio grazie all’impegno dell’assessore Michela Vita. "Lear è re e anche padre di tre figlie – spiega Gabriela Eleonori –. Lear è il potere, che prevede sudditanza e reverenza. Ma giunge la vecchiaia, il momento in cui egli stesso riconosce di non avere più le forze necessarie per gestire il proprio regno e affida, tutto alle figlie. Da loro non si aspetta altro che imperitura gratitudine e incondizionato affetto. E’ nella divisione in tre parti del suo regno che vengono incrinate tutte le sue certezze. La follia e la vecchiaia per Lear sono il ripensamento di tutto il suo operato. Ora c’è un uomo, solo, non più potente, non più giovane. Ora c’è il primo crudele incontro con se stesso. Ora è solo con la sua anima. Chi sarebbe oggi Lear? Ne possiamo contare a centinaia di vecchi uomini di potere accecati da smisurata adulazione. E che fine potrebbe fare, oggi, Lear? Forse abbandonare tutto e vivere in mezzo alla strada? Come un barbone? In una stazione ferroviaria o metropolitana di una qualsiasi grande città, potrebbe aggirarsi un Lear senzatetto? E noi, abbiamo la capacità di riconoscere, di ascoltare l’urlo di un uomo solo?". Intensi anche i commenti degli attori. "L’idea di questo Lear nasce da lontano – sottolinea Marconi – finalmente, dopo due anni di chiusura e tante difficoltà per il mondo dello spettacolo siamo tornati a teatro!". "Il teatro è una ricchezza per il territorio: crea comunità, valore condiviso – dice Latini –. Siamo orgogliosi di questo nuovo spettacolo".

Alessio Carassai