Dai volontari ai medici Il 118 sempre in soccorso

Il responsabile Ciucani spiega: "Siamo in grado di arrivare su ogni angolo del territorio in massimo 10 minuti. Possiamo contare su tanti uomini e mezzi"

Migration

È il numero a cui si pensa quando c’è un’emergenza, la voce che raccoglie le segnalazioni, i volontari che corrono, i medici che soccorrono. Compie 30 il sistema per la gestione delle emergenze legato al 118, una organizzazione che nel fermano si muove a metà strada tra pubblico e privato sociale, con 10 associazioni di pubblica assistenza convenzionate col sistema sanitario regionale. In piazza del Popolo ieri mattina un incontro che voleva essere di celebrazione ma soprattutto di informazione, è passato anche il direttore dell’Area vasta 4, Roberto Grinta, che ha sottolineato il valore di tutte le persone coinvolte nel sistema dell’emergenza: "Noi facciamo la nostra parte garantendo un ospedale adeguato e protocolli utili a gestire le patologie tempo dipendenti. In questo senso l’arrivo del nuovo primario di cardiologia, la dottoressa Paci, ha dato il via ad un percorso di presa in carico importante, dall’inizio di quest’anno a Fermo sono stati impiantati già 65 pacemaker e contiamo di fare sempre meglio, con l’aiuto di tutti". Il responsabile territoriale del 118, Antonio Ciucani, spiega che a Fermo il sistema è capillare ed efficace: "La collaborazione con le pubbliche assistenze ci consente di avere qualità del servizio e costi contenuti, siam in grado di offrire l’arrivo su ogni angolo del territorio in tempi rapidissimi, massimo 10 minuti. Possiamo contare su tanti uomini, mezzi e su una organizzazione viaria tutto sommato scorrevole".

Ciucani spiega che è proprio il sistema di assistenza sul territorio che va verso una generale riorganizzazione: ‘La legge ci impone la presenza di una postazione medica ogni 60 mila abitanti. Noi ne abbiamo tre, Amandola, Montegranaro e Porto San Giorgio Fermo, a fronte di due postazioni solo infermieristiche, a Montegiorgio e Sant’Elpidio a Mare. I nostri bravissimi e professionali infermieri sono una grande risorsa in questo senso, a mio avviso potremo gestire per il futuro sempre meglio le nostre emergenze proprio contando sulla loro presenza’. Secondo Ciucani è tempo non solo di riaprire le università in cui si studia medicina per reclutare sempre più medici ma anche di motivare quelli che ci sono, soprattutto sull’emergenza: ‘Bisogna riconoscere che in questo settore, nei pronto soccorso italiani, si lavora oggi con l’elmetto, i medici che scelgono di lavorare in contesti così vanno sostenuti e motivati, devono andare in pensione prima, devono essere sostenuti in un percorso che è usurante e delicatissimo insieme’. Intanto, i volontari mostrano come si rianima una persona in difficoltà, con il manichino su cui si preparano e si aggiornano di continuo, Grinta ricorda che in occasione della festa della Repubblica sia il vescovo che il prefetto hanno ricordato l’apporto fondamentale di chi salva gli altri, il mondo si regge grazie al cuore grande dei volontari e dei sanitari.

Angelica Malvatani