"Devo fare una mammografia ogni sei mesi, impossibile rispettare i tempi"

Combatte da anni ormai con tanti problemi di salute Elena Gobbi, il corpo è stanco e provato ma il suo animo è ancora quello di una combattente. Per questo non si rassegna alle lungaggini e ai ritardi della sanità e racconta, piena di rabbia, la sua storia: "Sono una paziente oncologica, spiega Elena, classe 1951, sono stata operata di tumore al seno nel 2020, a Macerata e da allora devo fare una mammografia ogni sei mesi e la visita. Non succede mai, e dico mai, che io riesca a prenotare una mammografia in tempo per la visita, ogni volta slitta e ritarda perché, mi dicono, all’ospedale non c’è personale a sufficienza e io vado a fare la visita senza mammografia, a meno che non la prenoto nel privato". Elena spiega che molti dei suoi problemi di salute li ha dovuto risolvere pagando in strutture private, proprio per arrivare in tempo sulla patologia.

"Ho lavorato per 42 anni, sono diventata vedova presto e mi sono riciclata formandomi come Oss e lavorando con grande fatica al Santo Stefano per tanto tempo, anche se già soffrivo di diversi problemi fisici. Oggi mi ritrovo con una pensione di 850 euro, le bollette, sempre più care, rateizzate per riuscire a pagare, non mi posso permettere visite a 100 euro e esami a pagamento. Se pago le bollette non mi curo e viceversa. Dovrei fare il linfodrenaggio ogni anno a Porto San Giorgio ma anche qui mi prenotano per gennaio dell’anno prossimo, per una visita urgente agli occhi quando ho avuto difficoltà a vedere mi hanno chiesto di aspettare sette mesi. È sempre un pellegrinaggio e ogni volta mi tocca girare per uffici e quasi devo chiedere per favore qualcosa che mi spetta di diritto: la salute, le cure, qualcosa che mi consenta di invecchiare meglio. E non è un problema solo mio, al Cup avevo ieri vicino una signora di 80 anni alla quale hanno dato un appuntamento a tre mesi di distanza, per lei sono un’eternità. Mi ha detto: chissà se sarò viva per quella data. Io credo che almeno noi persone oncologiche dovremmo avere percorsi chiari e certi, date e possibilità che ci consentano di soffrire il meno possibile, altrimenti niente ha senso. Se la vita continua ad essere così cara e la mia pensione così bassa, come posso pensare di curarmi? Lo vorrei chiedere a chi ci governa, capire se sanno davvero come vivono le persone".

a.m.