Diffamato perché gay, utente condannato . La vittima: "Fatto assurdo"

Le accuse su Facebook ai danni di Manlio Massei "Non pensavo di avere problemi nella mia città".

Diffamato perché gay, utente condannato . La vittima: "Fatto assurdo"

Le accuse su Facebook ai danni di Manlio Massei "Non pensavo di avere problemi nella mia città".

Un sangiorgese molto noto in città è stato riconosciuto colpevole e condannato per il reato di diffamazione per mezzo stampa, più precisamente Facebook nei confronti di Manlio Massei (foto), originario di Porto San Giorgio, una carriera politica e da 20 anni funzionario del parlamento europeo a Bruxelles. Con decreto di citazione a giudizio del 10 dicembre 2021 il sangiorgese accusato di diffamazione viene chiamato dal Tribunale di Fermo a rispondere del reato di diffamazione nel gruppo Facebook ’Porto San Giorgio social’, che conta oltre 16 mila iscritti, offendendo la reputazione di Manlio Massei. Il reato fu commesso nell’agosto del 2019 in occasione di una cena elettorale sul cui finanziamento il diffamatore esprimeva delle perplessità, facendole seguire da parole poco edificanti nei confronti di Massei, il quale le ha considerate fortemente lesive del suo onore e discriminanti rispetto al proprio orientamento sessuale. Da qui la decisione, assistito dall’avvocato Andrea Agostini, di sporgere denuncia presentata al comando di polizia nel settembre del 2020 e con i tempi fortemente dilatati della giustizia a causa del Covid: udienza solo nel febbraio 2024 e pronuncia ad aprile.

Secondo la giudice che ha pronunciato la sentenza, Mila Bondi Ciutti: "L’imputato va dichiarato responsabile del reato di diffamazione al pagamento di una multa di 600 euro, delle spese processuali e al risarcimento dei danni. "Non avrei mai pensato di avere problemi a Porto San Giorgio in cui vivo con mio marito – spiega Massei –. Io, che mi sono sempre speso in iniziative a favore dell’inclusione", "E Porto San Giorgio è una città ritenuta inclusiva per eccellenza. Forse dovrebbe esserlo anche verso coloro, come il diffamatore, che usano battute inconsulte pur sapendo che ne subirebbero le conseguenze. La situazione che si è creata è moralmente inaccettabile e penalmente condannabile – prosegue l’avvocato Agostini –. A settembre è nostra intenzione proseguire un contenzioso in sede civile. Questo fatto in un certo modo segnerà il territorio, ma ciò si ritiene necessario affinché questioni del genere possano far maturare la comunicazione di alcune tematiche ancora poco dibattute"

Sivio Sebastiani