Distretto del cappello: export in crescita "Bene quelli di paglia"

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Nel primo semestre del 2022 il settore cappello continua a registrare margini di crescita in doppia cifra, Import +60,1% mentre l’export segna un +43,6%. È Paolo Marzialetti (nella foto), presidente nazionale settore cappello e vicepresidente Federazione italiana Tessilivari, a proporre un’attenta analisi dei dati Istat per il semestre gennaio-giugno 2022. "Il Comparto del cappello a livello nazionale – spiega – presenta rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente un aumento dei berretti sia delle esportazioni con 182,1 milioni di euro (+43,6%) che delle importazioni con 101,1 milioni di euro (+60,1%). Questo conferma la tendenza del primi trimestre e non era scontato, almeno dopo lo scoppio del conflitto Russo-Ucraino. Stessa tendenza per i cappelli di paglia, dove si registra un aumento delle esportazioni con 15,7 milioni (+45,5%) e delle importazioni con 9,5milioni (+125,1%). Questo dato è molto importante poiché questa tipologia di prodotto negli ultimi due anni aveva pagato la carenza dei flussi turistici, per via delle restrizioni dovute alla pandemia".Il Paese maggior fornitore resta sempre la Cina con 34,1 milioni (+66,9%); mentre le principali esportazioni, ormai consolidate riguardano la Svizzera, dove sono presenti quasi tutte le piattaforme distributive del comparto del lusso con 37,1 milioni (+19,3%). Stabilmente sul podio la Francia seconda con 24,7 milioni (+92%) e Germania con 19,4 milioni (+38,2%). Dati che rendono orgoglioso il distretto del cappello Fermano-Maceratese si sviluppa circa il 70% della produzione nazionale con circa 90 imprese e 1.400 addetti ai lavori. "Confidiamo – conclude Marzialetti – che non arrivino nuove ondate pandemiche, oltre alle persistenti restrizioni dei canali finanziari per pagamenti e riscossioni con gli operatori russi. Situazione compensata in parte dal ripristino di migliaia di voli provenienti soprattutto dai paesi del nord America in particolare dagli Stati Uniti". Alessio Carassai