Maxi truffe con i bonus edilizia, revocata la misura degli arresti domiciliari per l’ingegnere Davide Cesarini, maceratese che da qualche anno risiede a Porto Sant’Elpidio. Il tribunale del riesame di Ancona ha accolto il ricorso degli avvocati Federico Valori e Renato Coltorti del foro di Macerata e ha disposto per Cesarini l’obbligo di firma. L’ingegnere aveva respinto ogni accusa in merito all’inchiesta sulle maxi truffe con i bonus dell’edilizia. Il professionista era finito ai domiciliari nei giorni scorsi, al termine delle indagini condotte dalla procura di Fermo su Perricciolo, 44enne di origini calabresi ma da moltissimi anni residente tra il Maceratese e il Fermano, condannato a 15 anni di carcere come boss della mafia della movida marchigiana e per questo catturato e arrestato due settimane fa in Slovenia, e altri soggetti, che avrebbero lucrato sui lavori edili aumentando i costi.
Secondo l’accusa il gruppo avrebbe messo in piedi una maxi frode con sismabonus e superbonus, documentando lavori mai fatti. L’ingegnere Cesarini si era dichiarato del tutto innocente in merito alla vicenda. Nei guai erano finiti la moglie la moglie di Perricciolo, Zofia Poradzisz, Giuseppe Spurio Ruiti, consulente del lavoro di Tolentino, Pier Luigi Lunghi, architetto di Martinsicuro, Giuseppe Acquavella, operaio di Porto Sant’Elpidio, Claudio Mazza, di Montegranaro; Mauro Diomedi di Civitanova. Le Fiamme gialle avevano sequestrato 12 unità immobiliari, conti correnti e diverse auto di lusso.