Don Giordano: "Alla base tanti fattori"

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Se da una parte è vero che il boom dei matrimoni con rito civile ha risentito molto della necessità di ‘regolarizzare’ rapporti di coppia in tempo di pandemia per ‘evitare’ problemi di natura legale legati a spostamenti e lecite convivenze imposte dai lockdown, dall’altra è pur vero che il 2018 (quindi nel pre pandemia) è l’anno che ha segnato la diminuzione della scelta del rito religioso tra gli sposi, a vantaggio del rito civile. A parlare sono i dati, che nella logica della riflessione da condividere, richiedono una lettura. "La tendenza è questa – commenta don Giordano Trapasso, vicario per la pastorale dell’Arcidiocesi di Fermo – aumentano le convivenze, aumentano le unioni civili e diminuiscono i matrimoni religiosi. Innanzi tutto vorrei precisare che è difficile dare una valutazione giusta a questa realtà, in quanto i fattori che portano gli sposi alla scelta del rito civile, possono essere vari, tra questi possono esserci le seconde nozze, la necessità di regolarizzare le unioni o le stesse unioni dove uno dei due sposi è di nazionalità diversa. Questo per dire – aggiunge don Giordano – che non abbiamo un termometro per rilevare la fede e quindi molte unioni civili possono diventare religiose e la fede stessa non va data mai per scontata. Ciononostante – prosegue – va aggiunto innanzi tutto che la scelta del matrimonio è sempre una giusta responsabilità di fronte alla vita e un impegno reciproco tra due persone. E proprio alla luce del nuovo cammino insieme – conclude – si dovrebbe incontrare il Vangelo da riannunciare affinché tanti matrimoni civili possano riscoprire l’amore del sacramento nel rito religioso". p.p.