Donati: "L’emergenza Covid resta, troppi positivi al pronto soccorso"

Il Covid non è scomparso, anzi. Lo segnala la Cisl Fp che sottolinea come sempre più spesso vengano rilevati pazienti positivi al tampone, già all’interno del pronto soccorso del Murri o addirittura nei reparti. "In tutto questo, chi ha il peso maggiore da reggere è senz’altro il Pronto Soccorso – spiega l segretario della Cisl Fp, Giuseppe Donati –. Associato al fenomeno dei positivi al Covid che risultano tali al momento dell’ingresso in Pronto Soccorso seppur asintomatici, c’è la difficoltà da parte del personale sanitario di quel servizio, di collocare nei reparti di area medica tutti questi malati con patologie ascrivibili alla branca internistica ma che necessitano di isolamento. Siamo preoccupati dalla fretta della politica di tornare alla normalità, il Covid continua a contagiare cittadini e operatori". Il sindacato ribadisce la necessità di tenere piani di emergenza per la gestione di una situazione ancora imprevedibile, con investimenti strutturali ma soprattutto con l’assunzione di personale sanitario, oss e tecnico sanitario: "Purtroppo siamo molto lontani da ciò. Basti guardare l’enorme difficoltà che la Regione e l’Asur hanno di stabilizzare i precari Covid. Su nostro stimolo, la direzione di Area Vasta 4 è stata apprezzabile nel fatto di aver prorogato fino a settembre i contratti oss in scadenza, rispettando gli impegni presi di fronte al prefetto di Fermo. Il pensiero va però al 30 giugno quando scadranno 21 contratti a tempo determinato d’infermieri. Sono stati chiamati 12 nuovi infermieri per essere assunti ma si rischia di perderne 21". Anche ieri, denuncia Donati, al pronto soccorso, alle 7 del mattino c’erano trenta pazienti da assegnare ai reparti, tredici di loro positivi al Covid: "Chiaramente l’unico reparto Covid rimasto al Murri è quello di Malattie Infettive ed ex osservazione breve intensiva ma i posti risultavano già occupati e non disponibili nell’immediato. Risultato: gran parte sono rimasti al Pronto Soccorso in barella e ogni malato in barella che sosta per giorni, costringe il personale infermieristico ed oss a stravolgere i propri piani di lavoro. Questo, se si verifica a causa di malati Covid, a distanza di due anni dall’inizio della pandemia, non è più accettabile perché ormai l’organizzazione del sistema sanitario avrebbe dovuto dotarsi di percorsi proprio per evitare questo collo di bottiglia". Intanto focolai si registrano al reparto di medicina e nelle Rsa: "Abbiamo smantellato le strutture di emergenza troppo in fretta".