La psicologa: "Ci si droga già a 11 anni. Non più in gruppo ma anche da soli"

Fermo, Caterina Di Plama analizza il rapporto sulle tossicodipendenze: "Spesso gli adolescenti lo fanno in camera"

A parlare dell’emergenza droga tra gli adolescenti è la psicologa Caterina Di Palma

A parlare dell’emergenza droga tra gli adolescenti è la psicologa Caterina Di Palma

Fermo, 5 giugno 2022 Cosa ha cambiato la pandemia nell’approccio alla droga in questi anni? Cosa spinge i giovanissimi al consumo di sostanze psicotrope? Quali situazioni psicologiche e sociali favoriscono l’avvicinamento degli adolescenti e dei ragazzi agli stupefacenti? A parlarne è la psicologa Caterina Di Palma, che analizza anche il ruolo dei genitori e della scuola: "Secondo il rapporto sulle tossicodipendenze relativo ai dati del 2020 e 2021 l’età in cui si inizia a far uso di sostanze stupefacenti si è abbassata sempre più, arrivando a toccare gli 11 e i 14 anni. Molto frequente tra gli adolescenti è il comportamento ad alto rischio del policonsumo, ovvero l’assunzione in mix di più sostanze che solitamente sono legali come alcol, analgesici, oppiacei e benzodiazepine. A questo si aggiunge il dilagante uso di droghe sintetiche come Shaboo, Ketamina e Fentanyl. Quest’ultimo è un oppioide sintetico, che deriva dalla produzione di farmaci utilizzati contro il dolore nei malati terminali oncologici".

La Di Palma spiega come le storie di questi giovanissimi ci raccontino di un’età in cui piace sperimentarsi in nuove esperienze spesso per sentirsi più disinibiti nelle relazioni sociali o per dimostrare di essere all’altezza e guadagnarsi così l’accettazione da parte dei coetanei: "La recente pandemia da Covid 19 oltre ad aver avuto un impatto drammatico sul nostro modo di vivere ha anche favorito un maggiore uso di sostanze stupefacenti evidenziando un altro problema, gli adolescenti non solo consumano droghe o farmaci quando sono in gruppo ma anche da soli, spesso a casa, nella loro stanza. Occorre fare attenzione ad alcuni segnali, come gli improvvisi cali di rendimento scolastico, la richiesta frequente di denaro, cambiamenti repentini dell’umore o la perdita di interesse per attività che prima piacevano. Sono pochi i giovani che si rivolgono spontaneamente ai servizi pubblici esistenti sul territorio. Gli stessi genitori spesso fanno fatica a convincere i propri figli a farsi aiutare ma è importante in questi casi che i genitori chiedano comunque l’aiuto di uno specialista che potrà indicargli come affrontare il problema". I ragazzi, però, possono essere aiutati e le famiglie possono essere rese maggiormente consapevoli del problema".

«Ci sono percorsi terapeutici specifici – sottolinea la Di Palma - per gli adolescenti e le loro famiglie, che possono avvalersi di specialisti con formazioni adeguate a lavorare con loro. Molti giovani si adagiano sulla pericolosa credenza che ci sono sostanze che fanno più male e altre meno. C’è bisogno di maggiori informazioni perché possano capire che l’uso di sostanze non è mai privo di effetti dannosi".