Porto San Giorgio, Duilio Pazzi condannato a morte dalla banda dell’usura

Minacciato con una pistola da tre individui incappucciati il giorno prima del suicidio. Oggi il funerale nella chiesa di San Giorgio

arabinieri davanti al vivaio Lauri di Porto San Giorgio, dove martedì è stato trovato impiccato il 42enne Duilio Pazzi

arabinieri davanti al vivaio Lauri di Porto San Giorgio, dove martedì è stato trovato impiccato il 42enne Duilio Pazzi

Fermo, 1 marzo 2015 - Era stato oggetto di una sorta di condanna a morte da parte della banda dell’usura. È questo che ha spinto Duilio Pazzi, l’imprenditore 42enne di Porto San Giorgio, a togliersi la vita. La scioccante verità è emersa nel corso dell’interrogatorio di uno degli amici del vivaista, che ha raccontato agli uomini della Guardia di finanza le minacce che Pazzi aveva ricevuto il giorno prima della sua morte. «Mi aveva confidato – racconta l’amico della vittima – che quella sera tre incappucciati, armati di pistola, avevano fatto irruzione nel vivaio subito dopo l’orario di chiusura. Mentre in due lo tenevano fermo e l’avevano fatto inginocchiare, il terzo gli aveva puntato un revolver alla fronte, minacciando di ucciderlo se non avesse restituito l’ingente somma che doveva all’organizzazione.

Dalle minacce erano passati ai fatti: avevano preso tutto il denaro che l’imprenditore aveva con sé, promettendo di tornare il giorno dopo per ucciderlo, se non avesse saldato il debito». Pazzi era terrorizzato e aveva paura anche per i suoi cari e l’azienda di famiglia. Un peso troppo grande da reggere, che ha spezzato definitivamente l’equilibrio dell’uomo: vistosi ormai condannato a morte, ha deciso così di infliggersi da solo la peggiore pena, pur di salvare la famiglia e i suoi beni. Svelato il mistero che si celava dietro al suicidio del vivaista, gli investigatori delle Fiamme Gialle si sono subito messi a lavoro per cercare di dare un nome ed un volto agli autori del blitz minatorio.

La pista che stanno battendo è chiaramente ben delineata e conduce alla banda di romeni che gestisce sul territorio il racket dell’usura, del gioco d’azzardo e del riciclaggio. Un’organizzazione che aveva perso già dei pezzi poco più di tre settimane fa, quando con l’operazione «Green Table» i militari della Guardia di Finanza di Ascoli Piceno avevano arrestato tre persone, ne avevano denunciate 34 e avevano effettuato una decina di perquisizioni in luoghi ritenuti degli obiettivi sensibili. Sulla banda aveva già messo gli occhi anche la Distrettuale antimafia, che l’anno scorso aveva iniziato ad interessarsi dell’attività criminale dell’organizzazione, legata soprattutto al riciclaggio di denaro sporco attraverso una serie di bische clandestine.

Si svolgeranno stamattina alle 9.30 nella chiesa di San Giorgio i funerali di Dulio Pazzi. Ieri pomeriggio, dopo il nulla osta concesso dalla Procura, la salma dell’imprenditore 42enne è stata restituita alla famiglia e trasferita nella chiesetta del Rosario, per permettere a parenti, amici e conoscenti di porgere l’ultimo saluto al vivaista. Tantissime persone hanno vegliato il feretro fino a tarda notte. Tra questi i familiari, i quali hanno voluto ringraziare quanti sono stati loro vicini e la sensibilità e l’umanità dimostrata dagli investigatori della Finanza, nonostante si siano trovati ad affrontare un caso intricato e difficile da trattare