Emergenza sicurezza a Lido Tre Archi: "Serve l’intervento dell’esercito"

Dopo la recente escalation di violenza, Renzo Paccapelo invoca l’arrivo delle forze armate contro i clan

Emergenza sicurezza a Lido Tre Archi: "Serve l’intervento dell’esercito"
Emergenza sicurezza a Lido Tre Archi: "Serve l’intervento dell’esercito"

"Lido Tre Archi va blindata e per fare ciò bisogna portare l’esercito nelle vie del quartiere". Dopo le 24 ore di fuoco che hanno visto un’escalation di violenza culminata con la sparatoria dell’altro ieri, a parlare e il presidente di Confabitare Fermo, Renzo Paccapelo che invoca le forze armate per dare una risposta ai clan etnici in guerra per il controllo del quartiere: "Esiste il progetto ‘Strade Sicure’ per il quale i capoluoghi di provincia possono chiedere l’intervento dell’esercito se ci sono delle situazioni di criticità legate alla sicurezza. Io credo che ci siano tutti i presupposti in una zona dove i cittadini vengono violentati ogni giorno nella salute, nei soldi e nella sicurezza". Paccapelo chiede il coinvolgimento anche dei sindaci dei comuni vicini a Fermo: "La situazione si sta incancrenendo e sta ammorbando anche Porto Sant’Elpidio e Porto San Giorgio. Il sindaco di Fermo e quelli di questi due comuni devono farsi portavoce verso i politici. Quei politici che vengono a fare vetrina solo in campagna elettorale e ora sono scomparsi. Serve un’azione coordinata, costante, supportata da un presidio fisso a Lido Tre Archi delle forze dell’ordine e coadiuvata dall’utilizzo massiccio dei Daspo e delle espulsioni. Questa volta siamo più determinati che mai e se non ci daranno ascolto siamo disposti a scendere nelle strade e bloccarle per dare un segnale forte".

A tal proposito il prefetto ha convocato il Comitato provinciale per la sicurezza pubblica che dovrebbe essere allargato anche alle associazioni di Lido Tre Archi. Intanto, però, la gente del quartiere ha paura: "Ormai si sono venuti a creare dei clan che sono perennemente in guerra tra loro e noi, gente onesta che vive a Lido Tre Archi, ci troviamo nel mezzo. La sparatoria dell’altro ieri sera avrebbe potuto coinvolgere qualsiasi passante, compresi i bambini che fino a dieci minuti prima stavano giocando nelle vicinanze. Qui si vive male e sempre con l’angoscia addosso". Un commerciante parla chiaramente delle conseguenze di una politica scellerata sull’immigrazione che, come in altre zone d’Italia, ha coinvolto anche Lido Tre Archi: "E’ una criminalità organizzata etnica quella che controlla il territorio ed è figlia di una scellerata politica sull’immigrazione. Questo è il risultato di vent’anni di quella che viene chiamata ospitalità e che invece è una vera e propria invasione. Non voglio generalizzare, ma i numeri parlano chiaro: la criminalità locale parla tunisino, algerino, marocchino e albanese". Un gruppo di donne che vivono da molto tempo nel quartiere sono giunte all’esasperazione: "Essere italiani a Lido Tre Archi vuol dire essere discriminati. C’è una forma di razzismo al contrario. Se sei nordafricano hai diritto di fare tutto restando impunito, se sei italiano e parcheggi fuori dai riquadri ti rimuovono la macchina. Basta non ne possiamo più: diritti e doveri uguali per tutti e soprattutto leggi uguali per tutti. Ci sono trafficanti stranieri, e tutti lo sanno, che prendono il reddito di cittadinanza". L’aria che si respira in questi giorni nel quartiere è davvero pesante e sembra ormai lontana anni luce la maxi operazione della polizia con la quale, appena due settimane fa, era stato dato un duro colpo al traffico della droga e con la quale era stata sgominata una pericolosa organizzazione composta da nordafricani.

Fabio Castori