Export, il segno è positivo Il calzaturiero primo su tutti

Fatta eccezione per il farmaceutico la provincia si distingue

La provincia di Fermo con il suo distretto calzaturiero è quello che registra in regione il maggior aumento dell’export: Fermo +35,3%,, Ancona +23,4%, Macerata +25,3%, Pesaro-Urbino +18,8% e Ascoli che quintuplica il valore del gennaio-settembre 2021. Le Marche fanno meglio dell’Italia, anche al netto della performance del farmaceutico che pure è un comparto che genera lavoro e valore. Molto bene il settore calzaturiero nonostante la perdita di quote legate al mercato russo. La Germania è il primo Paese di riferimento per tutte le nostre imprese, la Francia è sempre sul podio. Usa e Cina sono destinazioni importanti rispettivamente per Mobile e Moda. "Sono segni incoraggianti – dice il presidente della Camera di commercio regionale, Gino Sabatini – che tracciano un’indicazione per il lavoro che ci aspetta per il 2023 alle porte e ci vedrà al fianco della Regione con Atim e Svem". I numeri sono legati al terzo trimestre 2022.

A confermare le parole di Sabatini anche la riflessione dell’Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Andrea Antonini che aggiunge: "Le calzature superano la performance del pre pandemia, per cominciare e sarà solo l’inizio, il Micam invernale ci vedrà più forti e non più solo resilienti. Certamente le criticità permangono, dal costo del lavoro alla necessità di rivedere piani formativi e investimenti tecnologici, ma diciamo che possiamo andare più convinti di essere nella strada giusta". A livello nazionale, nei primi nove mesi dell’anno, tutte le regioni registrano incrementi delle esportazioni il più marcato è per le Marche (+89,4%) che comunque crescono del 23% anche al netto delle vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Marche e Lazio e di metalli di base e prodotti in metallo da Lombardia e Veneto spiega per 3,7 punti percentuali la crescita dell’export nazionale; un ulteriore contributo di 1,9 punti deriva dalle esportazioni di prodotti petroliferi raffinati da Sicilia e Sardegna.

Tornando alle Marche, tra i settori che hanno dato il maggiore contributo, a parte quello farmaceutico, c’è quello del tessile, abbigliamento pelli e accessori: 1.792,4 milioni euro con un più 32%.