
Apparentemente era un’impresa che produceva calzature e accessori, in realtà era un vero e proprio laboratorio clandestino per la realizzazione...
Apparentemente era un’impresa che produceva calzature e accessori, in realtà era un vero e proprio laboratorio clandestino per la realizzazione prodotti di marchi griffati contraffatti. La scoperta era stata fatta dalla Guardia di Finanza di Fermo, che aveva messo a segno un sequestro imponente al di là dei numeri, davvero considerevoli, per il valore della merce che ammontava, da una stima effettuata, ad oltre un milione di euro. Per questo motivo il titolare dell’azienda, un imprenditore fermano, è finito davanti al giudice del tribunale di Fermo e, al termine del processo è stato condannato a un anno e quattro mesi per il reato di contraffazione, alterazione e uso di marchi o segni distintivi e di brevetti. L’operazione era stata messa nel novembre del 2022 dai militari della sezione mobile del Nucleo di polizia economico finanziaria, sotto la guida della Procura della Repubblica di Fermo. Il blitz era scattato presso un calzaturificio del posto, dove i finanzieri avevano fatto accesso su ordine del magistrato inquirente, rinvenendo e sequestrando i prodotti contraffatti. Si era trattato principalmente di calzature di lusso di alcuni diversi brand, unitamente ad accessori e fibbie riproducenti il celebre logo di un’azienda conosciuta a livello internazionale. Il valore di un singolo paio di calzature oscillava dai 400 euro fino ai 900 euro e il prezzo per un paio di stivali griffati poteva anche superare certe cifre.
Di pari pregio, ma di valore inferiore, gli accessori rinvenuti con i medesimi marchi di fabbrica griffati e facilmente riconoscibili. Gli investigatori delle Fiamme Gialle aveva scoperto poi che la merce sequestrata sarebbe stata oggetto di immissione sul mercato nazionale nel corso delle imminenti festività natalizie.
I militari, nel corso delle operazioni, avevano anche acquisito documentazione contabile che era stata oggetto dei successivi approfondimenti d’indagine e dalla quale erano emersi altri elementi che erano stati oggetto di un altro filone d’indagine legato ai destinatari del materiale griffato. Per il titolare dell’azienda era scattata la denuncia a piede libero all’autorità giudiziaria.
Fabio Castori