Focolaio covid Fermo, la casa di riposo di Sant'Elpidio a Mare "Pochissimi accessi"

Parlano le titolari della struttura: "Siamo state noi a chiedere di spostare anche i negativi, non avremmo saputo come gestirli in questo momento"

L’ingresso di Villa Gelsomini ieri mattina durante il trasferimento dei pazienti

L’ingresso di Villa Gelsomini ieri mattina durante il trasferimento dei pazienti

Sant'Elpidio a Mare (Fermo), 11 settembre 2020 - Clara Matzuzzi e la figlia Daniela gestiscono Villa Gelsomini, la casa di riposo privata in cui si è sviluppato il focolaio del Covid-19. Prima un’anziana ospite positiva che è deceduta dopo il ricovero in ospedale, poi 18 persone contagiate tra personale della struttura e ospiti. Appreso quanto stava accadendo, sono dovute tornare precipitosamente dalla Sardegna, dove erano in vacanza da sabato. "Siamo partite che era tutto a posto, ma già lunedì – raccontano – l’infermiera ci ha informato che una nostra ospite, ultranovantenne e solitamente cagionevole, aveva un po’ di febbre. E’ stato chiamato il dottore che, però ha disposto di effettuare il tampone solo martedì. Quando, mercoledì, l’anziana è risultata positiva al Covid, l’ospite è stata portata all’ospedale e sono iniziati i controlli a tutti i presenti in struttura".  

Gli ospiti sono stati tutti trasferiti? "I positivi sono stati portati a Campofilone. Abbiamo chiesto noi all’Area Vasta che anche i negativi venissero trasferiti lì, visto che avevamo difficoltà a gestirli, essendo positivi anche diversi nostri operatori. Sono rimasti solo due ospiti, in struttura, e saranno trasferiti domani (oggi, ndr)". Come può essere accaduto tutto questo? "Non riusciamo a capire, né come sia potuto succedere, né chi abbia potuto far entrare il virus. La situazione è molto delicata, ma la nostra preoccupazione, in questo momento, è per i nostri ospiti". Siete state contattate dai familiari? "Sì, e li ringraziamo per la comprensione che ci hanno dimostrato. Durante la pandemia, i contatti con i loro congiunti avvenivano con le video-telefonate. Di recente, in pochissimi sono venuti in struttura, dopo aver superato tutti i controlli". Come stavate affrontando questo periodo? "Come dirigenti della casa di riposo, le regole le abbiamo rispettate e fatte rispettare tutte, abbiamo fornito agli operatori tutti gli ausili necessari per svolgere il lavoro nella massima sicurezza, sostenendo costi onerosi per la gestione della struttura. Essendo una struttura privata, non abbiamo diritto alle stesse forniture e ausili delle strutture pubbliche. Inoltre, ci eravamo già organizzate, acquistando tutto il materiale necessario, per affrontare i prossimi mesi in piena sicurezza, per i nostri ospiti e per chi lavora con noi". Un rammarico? "Ci avrebbe fatto piacere ricevere la solidarietà del sindaco, anche con una semplice telefonata, che non c’è stata, anziché vedere strumentalizzata questa situazione. Vogliamo che si sappia che come struttura abbiamo sempre cercato e stiamo cercando di fare di tutto e di più per i nostri ospiti e i nostri dipendenti". © RIPRODUZIONE RISERVATA