Il crollo della copertura del Fosso dell’Albero tra via Mameli e l’inizio del lungomare Trieste, ieri mattina, ha portato allo scoperto (letteralmente) un problema di consolidamento e riqualificazione che prima o poi doveva essere affrontato, così come, d’altra parte, era stato fatto per i tratti più a monte di quello stesso fosso che attraversa il centro città. L’improvviso cedimento della copertura in cemento, ridotta in più pezzi, ha accelerato i tempi per cui, non appena tirato un sospiro di sollievo per il fatto che in quel momento non stesse passando di lì nessun pedone (quell’area non è carrabile, né ci passano i motocicli) poi, per gli amministratori comunali si è trattato di cominciare subito a ragionare sul da farsi. Considerando che stanno per iniziare i lavori di riqualificazione dell’ex Orfeo Serafini (lambito dal fosso) e del mercato coperto (che poggia sopra quel fosso) e che queste opere sono state finanziate con la bellezza di 4 milioni del Pnrr, sembrava scontato pensare ‘meno male che i soldi ci sono, un progetto pure, per cui si può agire in fretta’. E invece, andando a guardare meglio le carte, gli amministratori comunali hanno fatto una scoperta per niente piacevole: nel progetto quel tratto di fosso non è contemplato. "Senza voler fare polemiche, - chiarisce il sindaco Massimiliano Ciarpella nel commentare la situazione – ma credo che, nel momento in cui c’è una progettualità del Pnrr che riguarda il mercato coperto, dove c’è il fosso dell’Albero, e l’attiguo ex Serafini, per un intervento importante di quasi 4 milioni, sarebbe stato il caso di prevedere anche la sistemazione di quella situazione. Ricordiamo che una prima parte del fosso dell’Albero era stata sistemata. Invece, quest’altra non c’è". Insomma, nel progetto finanziato col Pnrr, si prevede di mettere mano all’ex campo sportivo per camminamenti e aree di sosta, di mettere mano al mercato coperto, ma non si prevede nulla per questo tratto di fosso, finora utilizzato, sia pure sporadicamente, come passaggio di collegamento tra la spiaggia e il centro città. "Anzi, si sarebbe potuto anche valorizzare nel progetto complessivo come trait d’union tra la zona di piazza e l’ex Serafini e il mare. Ma così non è". E allora che fare, almeno nell’immediato: "L’area sarà messa in sicurezza, demolite le parti pericolanti, liberato l’alveo del fosso: questi i lavori di somma urgenza, prima di una valutazione complessiva", conclude Ciarpella.
Marisa Colibazzi