Fermo, i frati lasciano il convento di Francavilla. Sarà il Comune a rilevarlo

La loro partenza è una grave perdita per tutta la cittadinanza. Il sindaco: "Stiamo valutando la soluzione migliore per prendere lo stabile"

Il convento di Sant’Antonio da Padova di Francavilla d’Ete

Il convento di Sant’Antonio da Padova di Francavilla d’Ete

Fermo, 16 luglio 2022 - I frati francescani a settembre di quest’anno lasceranno il convento di Sant’Antonio da Padova di Francavilla d’Ete. Una grande perdita dal punto di vista storico e umano per la comunità. La loro assenza di certo si farà sentire, e parecchio. Appreso della loro decisione, l’amministrazione comunale si è subito mossa senza tergiversare troppo. Infatti si sta già valutando insieme al responsabile dell’ordine provinciale una possibile riconversione della struttura che altrimenti resterebbe in disuso.

La notizia è stata comunicata da qualche tempo dal Tor (Terzo ordine regolare di San Francesco), gli ultimi tre frati rimasti, saranno trasferiti in altre sedi, lasciando un convento che nel corso dei decenni ha svolto una finzione importante per il paese. "La notizia che a settembre il convento di Sant’Antonio chiuderà – ha commentato il sindaco Nicolino Carolini – ci ha colpito. Per tutti noi si tratta di un’istituzione storica. La presenza dei frati a Francavilla risale a decenni fa e ci sono stati sempre ottimi rapporti, oltre ad aver svolto nel tempo una funzione importante fra gli anni ’70 e ’80 era un collegio che ospitava ragazzi di tutto il centro Italia. Io come gran parte della popolazione siamo profondamente rattristati, ci sono stati sempre ottimi rapporti e un legame forte con i religiosi, ma purtroppo la chiusura è dovuta anche al fatto della mancanza di vocazioni e problemi di natura gestionale di una struttura enorme".

L’amministrazione ha già deciso di muoversi in collaborazione con padre Paolo Benati, padre provinciale dell’ordine regolare di San Francesco, per trovare una futura funzione a questo stabile. "Abbandonare questo edificio di quattro piani in centro storico – continua Carolini – ristrutturato nel 1997 con tanto di ascensori, sale di culto, infermeria, refettorio, cucine, camere, sala convegni, oratorio, parcheggio, giardino e spazi verdi, sarebbe un vero spreco. Tanto per avere un esempio negli anni ’80 ospitava 15 frati e circa 50 ragazzi. Stiamo valutando insieme a padre Benati, la formula più idonea per consentire all’amministrazione di prendere in gestione l’edificio. E sempre in pieno accordo valutando le sue future funzioni, che sicuramente saranno di natura sociale. Al momento si fanno molte ipotesi, potrebbe diventare un centro protetto dove accogliere minorenni allontanati dai genitori, potrebbe divenire una struttura ambulatoriale a servizio del territorio, un centro polifunzionale con potenzialità di accoglienza, mettere i giardini a servizio della vicina casa di riposo. Sono tante le potenzialità, sicuramente faremo il massimo per garantire un servizio al territorio e mantenere viva la struttura".

Alessio Carassai