Genitori e amici il primo rifugio

Il Miur ha fatto un quadro dettagliato delle reazioni delle vittime

Come reagiscono gli adolescenti e i giovani vittime di cyberbullismo? Ne parlano con i genitori, con gli amici, con un insegnate? A fare un quadro dettagliato delle reazioni è sempre lo studio commissionato dal Miur, dove si legge che: il 25% dei ragazzi di età compresa tra 9 e i 17 anni non ha parlato con nessuno delle esperienze su internet che li ha turbati o fatti sentire a disagio. Gli amici (47%) e i genitori (38%) sono le principali fonti di sostegno a cui si rivolgono nel caso di esperienze negative.

E’ inoltre la stessa indagine a rivelare che è ancora alto il numero di ragazzi che adottano risposte passive ai rischi di internet, come ignorare il problema e sperare che si risolva da solo (35%), o chiudere la pagina web o l’applicazione (27%). Il 22% di chi ha avuto un’esperienza negativa su internet ha reagito bloccando un contatto sui social network. Solo il 10% ha modificato le proprie impostazioni di privacy in seguito a un’esperienza negativa. L’impegno della polizia di Stato è costante nel prevenire e reprimere il fenomeno, ma spesso cozza con un atteggiamento piuttosto ’leggero’ se si pensa ai danni psicofisici che quasi sempre il cyberbullismo provoca in un adolescente o in un giovane.