I miei occhi hanno visto la tua salvezza

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di don Enrico

Brancozzi*

Nella domenica della Sacra Famiglia la liturgia ci propone un passo del Vangelo di Luca molto noto perché legato a una festa particolarmente sentita a livello popolare, la presentazione di Gesù al tempio, la cosiddetta "candelora": Gesù, luce del mondo, che abbiamo appena accolto nel Natale, viene riconosciuto da chi ha lo sguardo attento come Simeone e Anna. Suggerisco due spunti di riflessione. Il primo: il significato biblico della presentazione di Gesù è principalmente quello dell’osservanza della legge da parte di Giuseppe e Maria. Il primogenito veniva simbolicamente "riscattato" attraverso un’offerta destinata ai poveri. Era un rito con il quale si riconosceva che i figli sono un dono di Dio e non una proprietà privata dei genitori. Una metafora che ha molto da dire anche ai nostri giorni: i figli (e in generale i più piccoli) non ci appartengono, non sono oggetto delle nostre proiezioni e ambizioni. Non devono per forza riuscire dove noi abbiamo fallito, quasi fossero una protesi esistenziale con cui ci diamo una seconda chance nella vita. Noi adulti possiamo al più metterli in condizione di discernere al meglio le scelte decisive della loro esistenza, senza mai dimenticare che la vita appartiene a loro e che talvolta le nostre eccessive pressioni possono condizionare negativamente il loro sviluppo umano e relazionale. Il secondo. Di "sacro" la famiglia di Gesù ha avuto poco, se per sacro si intende qualcosa di soprannaturale, di celestiale, di religioso o ammantato di mistero. È stata una famiglia normale, e per giunta con diversi problemi: una gravidanza precedente il matrimonio vero e proprio, il disagio del trasferimento in Giudea per il censimento, la fuga in Egitto e poco dopo l’accettazione di un figlio che sembra per nulla intenzionato a seguire le orme paterne e che invece dice sfacciatamente di doversi "occupare delle cose del Padre suo". È straordinario come Dio per incarnarsi abbia scelto la normalità del ménage familiare e non l’irenico e rassicurante modello ideale (inesistente, però) che spesso abbiamo in mente.

* Rettore Seminario di Fermo