Il calzaturiero cresce e fa volare l’export

Tra gennaio e giugno esportazioni in aumento nel Fermano del 29%. Il presidente Sabatini: "Siamo vicino ai valori del 2019"

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di Vittorio Bellagamba

Corre l’export della provincia di Fermo nei primi sei mesi del 2022. A caratterizzare questo andamento, nel Fermano, è ovviamente il settore calzaturiero. Complessivamente, in provincia di Fermo, le esportazioni tra il mese di gennaio e quello di giugno sono state pari a +29,8%. Gli imprenditori del fermano sono stati estremamente abili a conquistare nuovi mercati esteri e i dati diffusi dalla Camera di commercio delle Marche lo dimostrano ampiamente. Per quanto riguarda espressamente il distretto calzaturiero dall’analisi dell’ente camerale marchigiano emerge chiaramente che l’incremento delle vendite oltreconfine di calzature sono state pari a +28,7% e tale dato supera la media italiana che è stata pari a +23,6%). Il presidente della Camera di commercio Gino Sabatini in proposito ha spiegato: "Il calzaturiero torna ad avvicinarsi ai valori del 2019: le esportazioni del primo semestre 2022 valgono 627,5 milioni di euro +28,7% sul 2021, ’solo’ - 3,3% rispetto ai primi sei mesi del 2019. Tutte le province delle Marche hanno segno positivo e i nuovi mercati si mostrano interessanti: in particolare gli Usa verso cui anche Regione Marche e Svem stanno indirizzando le loro progettualità". In merito all’interscambio con la Russia il presidente Sabatini ha ribadito che "l’inevitabile perdita di quota di mercato russo è compensata da incrementi importanti verso altre destinazioni. E anche dal raffronto, parliamo sempre di primo semestre, con il pre pandemia la crescita c’è ed è buona: + 68,9% il risultato sul totale export se rapportato allo stesso intervallo del 2019. Risultato incoraggiante anche al netto di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici: +24,5%".

Le analisi confermano la vitalità del sistema imprenditorale? "I dati confermano il potenziale di vitalità dell’economia marchigiana e delle micro piccole e medie imprese che ne costituiscono la componente più significativa; si tratta di realtà dai prodotti competitivi ma spesso una struttura aziendale che non gli permette di stare efficacemente sui mercati globali. Per questo è essenziale il supporto che le istituzioni come Camera Marche, insieme alle sue Aziende Speciali, possono fornire loro in filiera con soggetti quali tra tutti la neonata Atim, strumento regionale capace di garantire contributo essenziale di coordinamento e programmazione anche sul fronte internazionalizzazione in modo snello ed efficiente, garantendo integrazione tra risorse regionali e nazionali. Fondamentale in questa partita potrebbe essere il ruolo delle Associazioni di categoria rispetto all’aspetto formativo: bisogna imparare a strutturarsi per competere sui mercati esteri ( in rete o in filiera) per coglierne appieno le opportunità; tutto questo sperando che l’innalzamento del costo di energia e materie prime - e in parte le sanzioni - non ci vedano registrare numeri inferiori alla prossima rilevazione. Per scongiurare questa possibilità sistema bancario e Governo dovranno essere accanto agli imprenditori per sostenere i costi dell’internazionalizzazione".