"Lunga, intensa ma soddisfacente" secondo il capo bagnino del servizio di salvataggio, Roberto Cognigni, sono questi gli elementi caratterizzanti la stagione balneare 2024: lunga dato che è stata ampliata al mese di settembre; intensa perché il lavoro che svolge non consente al bagnino un attimo di respiro, soddisfacente per aver contribuito allo svolgimento sereno della stagione. Fa poi presente che la sua squadra ha eseguito una decina di interventi di salvataggio in mare, tutti positivamente risolti "con la prevenzione: cogliendo i segnali di pericolo, anticipando le azioni per soccorrere in maniera tempestiva, tecnicamente corretta e con gli strumenti adatti. Per questo si è risolto tutto senza complicanze".
Cognigni, perché le persone vanno in difficoltà in acqua?
"Otre ai malori, imprevedibili, è quando qualcuno non in grado di nuotare si ritrova a sorpresa nell’acqua più alta. In questi casi la percezione del rischio da parte del bagnino e la collaborazione dei bagnanti presenti risultano decisivi".
Cosa consiglia a fa il bagno senza saper nuotare?
"Di osservare le condizioni del mare e del vento, indicate dalle bandiere bianche o rosse, valutare il fondale, che va esplorato per gradi, ascoltare le indicazioni degli assistenti bagnanti, non sopravvalutare la propria condizione psico-fisica".
Cosa si può fare di più e meglio la stagione prossima?
"Migliorare le condizioni delle attrezzature dei salvataggi, trovare la quadra rispetto alla durata della stagione, riuscire a gestire al meglio le persone che compongono la squadra di salvataggio. Tra Porto San Giorgio e Fermo sono impiegati circa 80 assistenti bagnanti, di cui 20 ragazze e 60 ragazzi, dislocati in 35 postazioni ognuna a copertura di 150 metri fronte mare". Quale l’identikit della squadra?
"Molto giovane, soprattutto studenti delle superiori, ma anche da alcuni veterani: quest’estate si è creato un bel gruppo, anche oltre il semplice rapporto tra colleghi".
Cosa resta di questa stagione?
"Che i due nostri obiettivi fondamentali sono stati raggiunti: a livello tecnico lo scopo non è salvare i bagnanti, ma evitare che per loro si creino condizioni di pericolo, cosa che è riuscita; a livello umano il desiderio è lasciare, in chi ha condiviso questo percorso, emozioni intense e bellissimi ricordi in modo che tra qualche anno possano ripensare a questa esperienza come un momento di crescita soggettiva e collettiva".
Silvio Sebastiani