"Il caso Maurizi peggiore pagina della storia amministrativa"

La decisione del presidente del consiglio, Alessio Terrenzi, di secretare la discussione su quello che, a forza di chiarimenti dati a spizzichi e bocconi, è diventato il ‘caso Maurizi’ di cui la città avrebbe volentieri fatto a meno, ha sortito un prevedibilissimo effetto boomerang. "E’ stata scritta forse la peggiore pagina della storia amministrativa della città" commenta la coalizione Noi Insieme, dubitando che ci fossero le condizioni statutarie per secretare il dibattito "sia dal punto di vista tecnico e procedurale, sia nella sostanza visto che quanto pubblicato dall’assessore Paolo Maurizi sui social, con nomi e cifre è stato di dominio pubblico. Tra l’altro, si sarebbe dovuto parlare della sostanza e della valenza politica di quel post avendo contenuti di interesse pubblico come il rispetto delle regole degli appalti, e non del gesto maldestro di un assessore, come si vuole far credere, anche se nel tentativo di insabbiare tutto Maurizi ha mentito nell’esercizio delle sue funzioni pubbliche. Fatto gravissimo". Quel messaggio indicherebbe una prassi gestionale di cui tutti i componenti della giunta, secondo quanto emerge dal post, sarebbero stati edotti, a partire dal sindaco Alessio Pignotti. "Una prassi a dir poco opaca e disinvolta nella gestione degli appalti che chiama in causa gli uffici comunali ‘che occorre ringraziare perché si prestano’" aggiunge la minoranza. "Nessuno in giunta può esimersi da responsabilità tecniche, politiche ed eventualmente giuridiche. Il presidente del consiglio dovrebbe essere il primo ad esigere chiarezza e salvaguardare il compito di indirizzo e controllo dell’organo che presiede, evitando di sostituirsi a un sindaco e una giunta incapaci di affrontare un minimo dibattito e dare risposte serie – la bordata finale -. E’ stato lanciato un messaggio nocivo per la fiducia verso le istituzioni: che c’è da nascondere?". Mc