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Il piano del maestro Di Egidio: "Ci sono margini incredibili per il nostro Conservatorio"

Il suo mandato come direttore inizia il 2 novembre, ma già parla di un progetto triennale e vuole aprirsi a tutte le anime musicali, compreso il mondo del pop .

Il piano del maestro Di Egidio: "Ci sono margini incredibili per il nostro Conservatorio"

Un progetto lungo tre anni, per un Conservatorio che si apra al territorio, al mondo, a tutte le anime musicali, compresa quella pop. È l’idea del maestro Piero Di Egidio, il suo mandato come direttore del Conservatorio di Fermo inizia ufficialmente il 2 novembre, pochi giorni fa l’elezione che ne ha decretato la nomina dopo una breve campagna elettorale. In questi giorni è già a Fermo dove dice di voler restare a vivere, ieri la prima uscita pubblica al fianco del presidente Igor Giostra che in questi mesi di vuoto è stato anche direttore facente funzioni. Una carriera lunga e appassionata quella del pianista Di Egidio, 60 anni, docente di ruolo da 37 e poi esperienze ai conservatori di Teramo, Bari, Monopoli, Foggia, l’Aquila, Pescara: "Ho una carriera pianistica che subirà un rallentamento nel momento in cui inizierà questo incarico, sorride il neo direttore, sono anche il componente eletto con più dalla comunità accademia nazionale dell’Alta formazione artistica e musicale, posso portare come dote una rete di relazioni con altre strutture in Italia e con uffici ministeriali che frequento come dirigente ministeriale pro tempore, a titolo gratuito. Sono pochi giorni che mi richiamano a Roma, il tempo mio maggiore e l’impegno totale sarà qui e sono contento di aver ricevuto un’accoglienza entusiastica dal presidente Giostra, ho conosciuto anche Annio Giostra, dagli uffici amministrativi. Mi hanno già fatto capire la mole di lavoro che affrontano, c’è bisogno di nuove figure da assumere a breve".

Parla di un territorio fertile, sotto tutti i punti di vista: "Questo conservatorio ha una grandissima storia, è parte di un gran territorio, molto vivo dal punto di vista musicale, culturale ed economico, parliamo di terre fertili sotto ogni punto di vista oltre che meravigliose. Tra il conservatorio di Pesaro che guarda a nord e quello di Pescara che guarda a sud ci sono 231 chilometri e in mezzo c’è il conservatorio di Fermo con la sua posizione strategica, ci sono margini di crescita e di sviluppo incredibili, dobbiamo riportare il conservatorio di Fermo al centro della vita accademica, del territorio". Servono risorse, c’è il Pnrr, per l’edilizia ma anche per la promozione culturale, per l’internazionalizzazione, per i dottorati di ricerca: "Questa è la strategia di una direzione moderna e attuale, non restare chiusa nella parte endogena del lavoro. Questo vorrà dire occuparsi di quello che accade qui dentro ma anche aprirsi al resto del mondo. Mi spenderò all’interno dell’istituzione con la mia immagine e la mia reputazione. Nel patto che abbiamo messo a punto parlo di collaborazione, unità, di crescita, di credibilità, di reputazione". L’idea è aprirsi al mondo pop, per aumentare gli alunni, ma anche allo studio della disarmonica, eccellenza del territorio, degli strumenti a fiato, della tradizione bandistica. Senza dimenticare tutto il mondo corale. Il sogno è portare in città uno dei premi nazionali delle Arti, per i migliori studenti dei conservatori, un percorso che diventa una vetrina d’eccezione. Poi c’è la partita dei dottorati di ricerca da intercettare, con il supporto degli 80 docenti del conservatorio e la creazione di legami nazionali e internazionali, per cominciare davvero a guardare lontano.

Angelica Malvatani