Il sapone handmade, ecologico e sostenibile Scarti di grasso e olio d’oliva diventano profumi

Dalla cannella alla lavanda, è facile e divertente riutilizzare e cambiare mentalità

La nostra società, sensibile alle tematiche ambientali, propone sempre più un ritorno alle origini e l’adozione di una mentalità bio e green. La cura della propria igiene personale e la pulizia della casa, per esempio, non richiedono necessariamente l’utilizzo di prodotti chimici e poco naturali. Efficace e sostenibile è, infatti, il sapone fatto in casa, un prodotto semplice e genuino che in sé racchiude storia e tradizione. Era un’usanza di tutte le famiglie contadine, una sapienza che si tramandava di generazione in generazione. Preparare il sapone casalingo, in un periodo in cui nulla si buttava, era un vero e proprio rituale delle massaie. Mamme e nonne si destreggiavano tra grandi pentole e calderoni e, improvvisate alchimiste, un po’ piccole chimiche e un po’ maghe, si davano da fare attorno ad un grande fuoco dove l’incantesimo aveva inizio. Acqua, scarti di grasso, olio di oliva vecchio, lardo, strutto andato a male e soda venivano sapientemente dosati e bolliti a lungo. Il sapone perciò è un esempio di come l’economia circolare esistesse già al tempo dei nostri nonni quando quasi tutto veniva riciclato, persino la cenere dal forte potere sbiancante. Così quest’anno abbiamo pensato di sperimentare anche a scuola la tecnica della saponificazione realizzando forme tondeggianti o squadrate, personalizzate coi colori e i sapori della natura: cannella, paprika, lavanda, frutti di bosco, fragole e miele. Ben venga, dunque, un salto nel passato che non è sinonimo di regresso ma semplicemente un ritorno a buone e sane abitudini nel rispetto di noi stessi e dell’ambiente. Classi III C e III D