ADOLFO LEONI
Cronaca

Il viaggio nella leggenda. Una domenica con la Sibilla

Leoni Il sogno che ci arrivava nelle notti dell’adolescenza. Il desiderio che ci spingeva a raggiungere il suo antro. Quello della...

LeoniIl sogno che ci arrivava nelle notti dell’adolescenza. Il desiderio che ci spingeva a raggiungere il suo antro. Quello della Regina Sibilla: nel mito nella leggenda nella storia. Nelle notti in cui l’incontravamo, Lei era più bella dei ritratti dei pittori o degli affreschi nei Santuari della Madonna dell’Ambro e di Loreto. Perché ne scrivo oggi? Perché il 18 maggio è prossimo. E qualcuno raggiungerà il suo Monte, scalerà la terza cima dei Sibillini, sosterà dinanzi a ciò che resta dell’antico antro. Sognerà e desidererà. Oggi come sei secoli fa quando, esattamente il 18 maggio del 1420, Antoine de La Salle arrivò a Montemonaco. Era un cavaliere, era un uomo d’armi e di corte, e forse era anche innamorato della duchessa Agnese di Bourbon, maritata con Carlo I di Borbone. Fu lei a chiamarlo, un giorno. Immaginiamo la scena. Una grande sala piena di arazzi. La duchessa lascia da parte il ricamo, congeda le sue ancelle e, sommessamente, parla con Antoine. Lo conosce, si fida, forse anche lei nutre un sentimento che va oltre l’amicizia. Ha un compito da affidargli. Agnese ha saputo, forse a tavola incontrando gli amici del marito, forse ascoltando qualche menestrello girovago, ha saputo di storie legate all’antro dove vivrebbe una grande signora con le sue dame, tutte bellissime. Ci sono racconti leggiadri e racconti paurosi. Cosa c’è di vero? L’incarico è di sapere, approfondire, riportare. La Salle è uomo d’azione. Andrà. Lo attende un lungo viaggio dalla Borgogna alla Marca. Un viaggio a cavallo, anche pericoloso dati i tempi, ma esaltante di sicuro. A Montemonaco ascolterà le voci della gente, parlerà con i maggiorenti. E andrà verso l’antro. Non sarà solo. Chi dice fosse accompagnato da qualche giovane e da un sacerdote, e chi da una sola persona. Di fatto, lui vide l’ingresso, entrò per qualche metro, notò sedili di pietra, qualche nome scritto alle pareti, e scorse uno stretto cunicolo che portava ad una galleria più ampia. Ma, da uomo accorto, non s’introdusse. Raccolse dichiarazioni invece di chi sosteneva di aver attraversato quel cunicolo e di aver trovato un regno. Antoine scrisse, fece una sorta di diario, preparò un libro per la sua duchessa. Gli diede il titolo Le Paradis de la Reine Sybille/Il Paradiso della Regina Sibilla. Glielo donò.