SILVIO SEBASTIANI
Cronaca

Immobili fantasma: la lotta per salvarli

In un’Italia soffocata dal consumo di suolo e deturpata da un patrimonio immobiliare in disuso, "una nuova campagna nazionale promossa...

Maurizio Mattioli, presidente della Società Operaia: ha. presentato la campagna nazionale ’Riapriamo le porte degli immobili fantasma’

Maurizio Mattioli, presidente della Società Operaia: ha. presentato la campagna nazionale ’Riapriamo le porte degli immobili fantasma’

In un’Italia soffocata dal consumo di suolo e deturpata da un patrimonio immobiliare in disuso, "una nuova campagna nazionale promossa dal Forum Salviamo il Paesaggio cerca di invertire la rotta, trasformando ciò che è percepito come problema in un’opportunità concreta per le comunità locali". Lo ha affermato Maurizio Mattioli, presidente della Società Operaia, introducendo ieri la conferenza stampa convocata dal Comitato Cavallotti per presentare la campagna nazionale ’Riapriamo le porte degli immobili fantasma’.

Il presidente Mattioli, quindi, affiancato da Franco Paci e Luigi Silenzi, passa ai dettagli dell’operazione e le potenziali ricadute positive per la città di Porto San Giorgio: "L’obiettivo primario – afferma - è quello di sensibilizzare l’amministrazione comunale sull’importanza di attivare la procedura di acquisizione dei beni privati in stato di abbandono, offrendo un contributo concreto per la riqualificazione del territorio e un approccio innovativo per affrontare il degrado urbano".

Secondo lui il cuore di questa strategia risiede in una rilettura dell’articolo 42 della Costituzione che sottolinea la funzione sociale della proprietà privata. Sulla base di questa interpretazione, avvalorata da prestigiosi costituzionalisti, la proprietà privata non può essere considerata un diritto assoluto, ma deve contribuire al benessere collettivo. "Quando un immobile viene lasciato in stato di abbandono lungi dall’essere un atto di esproprio – spiega ancora il presidente Mattioli – , questa procedura si configura come un meccanismo virtuoso che stimola i proprietari ad evitare che gli immobili diventino fonte di degrado e pericolo per la comunità".

Il processo prevede una serie di passaggi, a partire da un censimento degli edifici abbandonati, l’amministrazione locale notifica ai proprietari l’intenzione di avviare la procedura di acquisizione, i proprietari hanno 120 giorni di tempo per presentare un progetto di recupero dell’immobile. Se non si attivano il comune può procedere all’acquisizione del bene. Un esempio virtuoso di questa pratica. Come esempio virtuoso di questa pratica viene indicato il comune marchigiano di Terre Roveresche che ha già acquisito quattro immobili abbandonati, trasformandoli in risorse per la comunità. Questa esperienza dimostra che, con la giusta volontà politica e un’attenta pianificazione, è possibile coniugare la tutela del territorio con la riqualificazione del patrimonio esistente, offrendo nuove opportunità abitative, commerciali e sociali.

Silvio Sebastiani