"In carcere situazione sanitaria complessa"

Il garante regionale dei diritti, Andrea Nobili, ha fatto visita alla casa di reclusione cittadina

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Ripartono da Fermo le visite in carcere del garante regionale dei diritti, Andrea Nobili, che è stato ieri mattina nella casa di reclusione cittadina, dove una settimana fa è stato registrato il suicidio di un detenuto 23enne in misura cautelare. Nobili aveva fin da subito evidenziato la "necessità di continuare a controllare la situazione visto anche il periodo estivo che negli scorsi anni ha fatto emergere diverse problematiche negli istituti penitenziari, soprattutto per quanto riguarda la vivibilità dei luoghi". Secondo il garante Nobili, oltre all’emergenza epidemiologica che resta di complessa gestione all’interno delle carceri, "in tutti gli istituti permangono alcune criticità sul fronte delle tossicodipendenze e preoccupano le patologie di tipo psichiatrico", così come già segnalato nel ‘Report carceri 2019’, presentato dal garante nel gennaio scorso e frutto di oltre 50 visite e 400 colloqui con i detenuti. "Quella sanitaria è una situazione complessa – ribadisce Nobili –, aggravata dalla crisi economica e c’è la necessità di rimodulare l’approccio, con interventi che devono essere di tipo differenziato. Come ho già avuto modo di dire, per i soggetti con problemi psichici e psichiatrici non si può pensare alla semplice restrizione nell’istituto penitenziario". Anche Ajol Kondi, l’avvocato del giovane morto nel carcere di Fermo, ha avuto modo di sottolineare: "Un giovane ragazzo trovato senza vita. Si trovava in un luogo che per definizione deve ritenersi sicuro, consegnato allo Stato. Alla famiglia è stato detto che il giovane si è tolto la vita. Quanto vale la vita di una persona ristretta? Non si può morire in carcere. Non si deve morire in carcere! Il carcere priva la persona della sua libertà, ma ne deve garantire la sua dignità e vita".