In un portale le storie di duecento soldati fuggiti dai campi

È stato presentato nella sede dell’associazione ‘Casa della Memoria’ quello che è un primo importante tassello per ricostruire la storia della presenza dei soldati alleati in Italia dal 1939 al 1947. Alla cerimonia hanno presenziato il sindaco Marco Rotoni; il vicario della Prefettura, il presidente della Casa della Memoria Giordano Viozzi; Paolo Pezzino, presidente dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri; Rossella Ruggeri, ricercatrice del Monte San Martino Trust oltre ai relatori Costantino Di Sante, Isabella Insolvibile e Nicola Cacciatore. Nell’occasione è stato presentato il portale bilingue (italiano – inglese) www.alleatiinitalia.it che presenta schede storiche e dati tecnici dei circa 70 campi italiani (63 campi di prigionia e 9 campi di lavoro), oltre alle storie di circa 200 soldati inglesi fuggiti dagli stessi campi dopo l’8 settembre, che grazie anche all’aiuto della popolazione locale, sono riusciti a salvarsi e ricongiungersi alle forze alleate. Molti gli spunti di riflessione come ad esempio il fatto che l’Italia era stata scelta dalla Germania per gestire i prigionieri provenienti dall’Africa, anche se le strutture spesso non erano conformi alle disposizioni della Convenzione di Ginevra. In Italia vennero internati per lo più soldati inglesi, mentre i prigionieri americani venivano trasferiti in Germania perché ritenuti più utili per le informazioni e per fare propaganda politica. Le storie pubblicate ha fatto emergere una nuova coscienza popolare, tanto che nelle ultime settimane stanno arrivando nuove segnalazioni. Anche lo staff della ‘Casa della Memoria’ sta lavorando ad un nuovo progetto: la digitalizzazione di tutti i nomi delle persone che fra il 1948 e il 1955 sono state ospitate nel Campo 59 di Servigliano.

Alessio Carassai