Bambina morta nell'incendio a Servigliano. "Sono corsa da lei, ma il calore mi ustionava"

Il racconto della madre, 38 anni, ricoverata al Murri. Il marito che non era in casa lavora in una ditta edile del posto

Tragico incendio a Servigliano (foto Zeppilli)

Tragico incendio a Servigliano (foto Zeppilli)

Servigliano (fermo), 9 gennaio 2020 - «Sono stata svegliata dal fumo e dal bagliore delle fiamme, ma l’incendio aveva già avvolto gran parte della casa. Sono riuscita a prendere con me solo la più piccola delle mie figliolette". È il drammatico racconto della madre delle due bambine di quattro e sei anni, che erano in casa con lei al momento del tragico incendio che si è consumato ieri notte, poco dopo le 2,30, in un’abitazione di Servigliano. La mamma non sa ancora che la più grande delle sue bimbe non ce l’ha fatta. La informeranno solo diverse ore dopo, in ospedale, tramite una psicologa.

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Quando la donna ricostruisce quei tragici eventi è ancora sotto choc, ma ricorda abbastanza bene cosa è accaduto: "Stavamo dormendo insieme sullo steso letto e, una volta portata in salvo la più piccola, sono tornata indietro per prendere l’altra mia figlia. C’era troppo fumo, non mi faceva respirare, e il calore mi ustionava la pelle. Poi fortunatamente sono arrivati prima i carabinieri, poi i vigili del fuoco, che sono riusciti a tirare fuori la mia bambina".

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Purtroppo per la piccola non c’è stato nulla da fare, ma la madre questo lo apprenderà molto più tardi. Poco dopo, invece, sul luogo della tragedia è arrivato anche il padre della bambina, che, al contrario della moglie, è venuto a conoscenza subito della terribile verità ed è caduto nel più profondo dolore. I quattro - padre kosovaro, madre bulgara, entrambi di 38 anni, le figliolette nate a Sant’Omero in provincia di teramo e cresciute in Italia - si erano trasferiti da pochi mesi a Servigliano.

Per molto tempo avevano vissuto in provincia di Teramo, poi per un anno, prima di arrivare a Servigliano, avevano abitato a Treia in provincia di Macerata. Era una famiglia che non aveva ancora avuto modo di integrarsi completamente nel tessuto sociale del posto.  

A causa dei problemi legati al trasloco, i genitori non avevano fatto in tempo ad iscrivere le bambine né alla scuola materna né alla scuola primaria. Vivevano in un appartamento in affitto situato alle porte del paese. L’unico a lavorare in famiglia è il padre della piccola che ha perso la vita nel rogo, che è stato assunto da una ditta edile di Falerone come muratore. © RIPRODUZIONE RISERVATA