Irruzione in tabaccheria: a processo

Tre alla sbarra per la tentata rapina a mano armata commessa a Ortezzano. Il titolare era stato ferito

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di Fabio Castori

Avevano fatto irruzione in una tabaccheria di Ortezzano armati di pistola ma, quando il titolare aveva provato a reagire, uno dei banditi aveva esploso tre colpi ferendolo. Per questo motivo tre giovani pugliesi, difesi dall’avvocato Guido Sollini, sono finiti alla sbarra in quanto ritenuti responsabili del tentato colpo e della sparatoria. Il processo ha preso il via con l’acquisizione degli atti della delicata indagine, procedura che ha consentito una più immediata ricostruzione dei fatti avvenuti il 23 gennaio 2017.

Durante l’udienza è stata data voce alla vittima, il 50enne di Ortezzano Corrado Marinucci, che, costituitasi parte civile con l’avvocato Matteo Restuccia, ha ripercorso gli eventi descrivendo gli oltre sei mesi resisi necessari tra ricovero, esami e visite, per guarire, di cui due passati su una sedia a rotelle.

Successivamente l’avvocato Sollini, difensore degli imputati, ha chiesto alcune precisazioni a Marinucci circa il riconoscimento degli imputati effettuato all’epoca delle indagini visionando i video di sicurezza.

Erano da poco passate le 20 quando Marinucci, figlio della titolare della tabaccheria alimentari Nicolina Angelini, stava svolgendo le operazioni di chiusura dell’attivita` situata lungo la Valdaso. Improvvisamente erano entrati due uomini che, con il volto coperto da passamontagna ed impugnando delle pistole, gli avevano intimato la consegna dell’incasso della giornata. Tutto questo mentre un terzo complice aspettava fuori alla guida di un’auto. Marinucci, convinto che le pistole fossero giocattolo, aveva provato a difendersi, ma uno dei banditi aveva sparato tre colpi di pistola che lo avevano centrato ad una gamba, frantumandogli il femore. I due malviventi erano subito scappati.

Marinucci ferito, ma sempre cosciente, era riuscito a chiamare da solo i soccorsi. Prima erano arrivati alcuni vicini, poi i familiari e i carabinieri. I militari dell’Arma avevano immediatamente avviato i rilievi scientifici e acquisito le registrazioni dei sistemi di videosorveglianza del territorio. Alcune immagini estrapolate dai filmati avevano consentito di risalire all’auto, intestata ad uno dei tre rapinatori e che questi avevano pernottato presso un hotel lungo la costa.

I carabinieri, sottoposti i video acquisiti dall’hotel al ferito, avevano avuto la conferma che si trattassero dei malviventi che avevano tentato la rapina nell’alimentari.

La Procura delle Repubblica di Fermo, che coordinava le indagini aveva anche disposto le intercettazioni delle comunicazioni, oltre alle operazioni di indagini balistiche, che avevano dato esito positivo circa la compatibilità dei bossoli repertati dai carabinieri nel luogo della rapina, con quelli oggetto di sequestro in Puglia, regione di provenienza degli imputati. Il processo è stato aggiornato al prossimo 8 febbraio.

Quel giorno terminerà l’istruttoria per poi procedere con le discussioni, quindi le sentenze.