La bufera sui trasporti Monte Cacciù, parco all’asta Ceroni: "Bisogna venderlo"

Il presidente della Steat tira dritto sull’operazione al centro di aspre polemiche "Stiamo lavorando con serietà per non toccare i servizi erogati". La base è 508mila euro.

La bufera sui trasporti  Monte Cacciù, parco all’asta  Ceroni: "Bisogna venderlo"

La bufera sui trasporti Monte Cacciù, parco all’asta Ceroni: "Bisogna venderlo"

di Angelica Malvatani

Tira dritto la Steat, va all’asta il prossimo venerdì, alle 10,30, la vendita dell’area di monte Cacciù, un luogo bello e carico di possibilità. Base d’asta, sui 508 mila euro, una cifra molto lontana dai 900 mila euro che è il valore con cui la Provincia di Ascoli Piceno ha ceduto quella proprietà, per ricapitalizzare la società di trasporto pubblica, prima della nascita della Provincia di Fermo, oggi titolare di circa l’80 per cento delle quote. A nulla sono valse le richieste degli ambientalisti che hanno fatto appello a tutte le istituzioni perché si arrivasse ad un accordo che non mettesse sul mercato quell’area naturalistica di pregio.

Nessun risultato, nemmeno dala prima interrogazione presentata in Provincia dai consiglieri Pompozzi e Perugini, a loro è lo stesso presidente Remigio Ceroni (nella foto) a spiegare: "Meraviglia che esponenti del Partito Democratico abbiano svolto la loro attività politica in maniera tanto distratta, altrimenti Perugini e Pompozzi si sarebbero accorti che la società Steat ha contratto mutui e prestiti per circa 12 milioni e 609 mila euro, attraverso leasing e accordi che hanno portato la società a sborsare un dieci anni qualcosa come un milione e mezzo di interessi. Di più, tutti i beni di Stet, dall’area Santa Lucia a Monte Cacciù fino al deposito di Porto Sant’Elpidio sono stati ipotecati proprio per garantire quei prestiti. A noi sembra che ci sia stato un uso discutibile e inquietante dell’indebitamento, oltre che poco sostenibile per una società che fattura meno di dieci milioni di euro. Qualunque società, a queste condizioni, sarebbe parecchio preoccupata per i debiti che abbiamo trovato, certificati dalle banche. Il Pd, si sa, ama alzare il livello dello scontro ma qui non ci siamo proprio". Di più, sull’area monte Caucciù, che Ceroni conferma di voler vendere per intero proprio per limitare le problematiche del bilancio, l’attuale consiglio di amministrazione ricorda che fu proprio il presidente Fabiano Alessandrini, per due volte, a tentare la vendita, nel 2019 e poi nel 2020: "Entrambe le aste all’epoca sono andate deserte – rincara Caroni – per una stima troppo alta della proprietà. Oggi ci rimproverano di voler fare la stessa operazione, anche se in maniera più credibile? E ancora, siamo accusati di voler fare una speculazione edilizia, quando è del 10 settembre 2021 una richiesta, firmata dall’ex presidente Alessandrini, per una variante a parte di quel parco, da destinare a turistico ricettivo. E allora, chi fa la speculazione edilizia? In realtà quello che si sta facendo è una povera speculazione politica, noi lavoriamo con serietà, proprio per non toccare i servizi da erogare ai cittadini e anzi per migliorarli ancora. Presto daremo notizia di altre scelte di alto profilo che porteremo avanti, nell’interesse di tutti".