di don Sergio Copponi* L’esperienza dell’esilio di Babilonia ha lasciato in Israele segni che difficilmente si cancelleranno. Da dove ricominciare ora che sono tornati in patria? I rimpatriati ricominciano dalla religione, dal culto, dall’alleanza. E’ necessario ripartire da Dio. E’ Lui che ha guidato la storia di questo popolo e mai lo ha abbandonato in terra straniera. ‘In quei giorni il sacerdote Esdra portò la legge davanti all’assemblea...lesse il Libro’. Che cosa c’è in quel libro? Tutto l’amore di Dio per Israele, un amore che si è fatto carne nella storia di questo popolo. Siamo alla festa delle Capanne (Sukkot) tutto il popolo è convocato per ascoltare la proclamazione del libro della legge. La Parola convoca, raduna, e, accolta, diventa vera nel cuore e si traduce nella vita. Questo suscita la conversione. Se Dio parla, l’uomo può volgersi a Lui. Anche Gesù come ci narra il vangelo, sta partecipando a Nazareth alla liturgia sinagogale, nello Shabbat di sabato e si alzò a leggere. Gesù è un pio ebreo, radicato nella religiosità del suo popolo. In quella liturgia si proclama lo ‘Shema’. "Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l’unico Signore. Amerai il Signore Dio tuo, con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze, con tutta la mente e il prossimo tuo come te stesso". E’ una liturgia della Parola dove attinge forza la fede di Israele e di Gesù. La Parola proclamata sempre si compie perché ha una forza divina. E Gesù proclama solennemente: "oggi si è compiuta questa scrittura che voi avete ascoltato". E’ Lui la Parola fatta carne, è Lui il compimento delle antiche scritture, dello Shemà. Questa domenica è ‘della Parola di Dio’ voluta, da Papa Francesco. E’ necessario favorire l’incontro personale e comunitario con la Parola di Dio. Ogni domenica la chiesa nutre i ...
© Riproduzione riservata