
Sull’aborto si è consumato uno strappo nell’ultimo consiglio. consiglio comunale
Ha aspettato qualche giorno il sindaco Paolo Calcinaro prima di parlare dello strappo che si è consumato in consiglio comunale. Affida le sue parole ai social per commentare l’uscita dalla maggioranza del gruppo ‘La città che vogliamo’, la realtà civica che con lui ha iniziato l’avventura amministrativa. Oggi è tempo di dirsi addio, non senza rammarico: "Mi dispiace realmente, mi rammarica, che quattro consiglieri legati da una avventura politica, e anche personale, di ben dieci anni lascino la nostra maggioranza. E mi dispiace ancora di più che questo gesto avvenga a pochissimi mesi dalle elezioni regionali e pochi mesi dalle prossime comunali perché il senso di questo abbandono repentino dopo un lungo decennio di lavoro, giusto o sbagliato che sia, può essere facilmente travisato". Dunque non ne vuole fare una questione politica il primo cittadino, anche se le elezioni alle porte qualche dubbio lo lasciano. La rottura in consiglio sulla discussione di una mozione che chiedeva la piena attuazione della legge 194, saltata per mancanza di numero legale. Lui, Calcinaro, oggi sottolinea che ci si poteva esprimere in consiglio, anche se di fatto lui non ha preso la parola sul punto: "Ciò avviene su un tema eticamente, moralmente e concretamente importante, su cui il comune non può incidere per legge ma comunque realmente profondo: e su cui personalmente, da sindaco e come storia personale, ho sempre dato convinto appoggio. Per quello che credo e in qualche modo ho avuto intorno a me nella mia vita. E per cui ritengo non giusto il non esprimersi in aula: non ho patente per giudicare gli altri, neanche per chi la pensa diversamente da me, ma è giusto che ci si esprima nel Consiglio e non si prendano scorciatoie per non discutere. Come già fatto in altre due occasioni da questa maggioranza, con un bellissimo lavoro di squadra, e dalle sue componenti femminili in primis".
Immediata arriva la risposta del capogruppo, Nicola Pascucci, che ha comunque già annunciato una conferenza stampa per venerdì, per togliersi tutti i sassolini dalle scarpe. Pascucci ripercorre la strada compiuta insieme, a partire dal 2006 quando Calcinaro si è presentato per la prima volta alle elezioni, con una lista civica che si opponeva al centro destra. Poi nel 2011, pieno sostegno all’attuale sindaco che allora risultò il più votato, vice sindaco di Nella Brambatti e del centro sinistra unito: "La prima chiamata per creare una lista civica per Calcinaro sindaco è stata per me, nel 2015, con Francesco Trasatti e altri amici anche di sensibilità diverse". Ad un certo punto le scelte di Calcinaro prendono però una piega diversa, in giunta entrano esponenti di centrodestra come Torresi e Di Felice, in maggioranza Bargoni, Pascucci resta civico di centro sinistra, fa il pieno di voti e si va avanti ma a quel punto le visioni amministrative cominciano a prendere strade diverse: "Episodi come l’ecoday ridotto a sagra di Viale Trento o le minacce per l’Anpi e l’appuntamento con Gobetti, addirittura la Traviata gender censurata con la perdita di alcuni elementi nostri nella commissione pari opportunità e infine le provinciali dove Calcinaro fa una lista di destra destra presentata da Balestrieri e Petrini segretari di Lega e FdI".
I contrasti tra Pascucci e Torresi sono all’ordine del giorno, si litiga anche sulla pista di ghiaccio di cui il gruppo di centro sinistra farebbe volentieri a meno per motivi ambientali e si installa già a metà novembre. Alla fine arriva il percorso per chiedere l’applicazione dell’interruzione di gravidanza farmacologico a Fermo, in comune vengono inviate mille e 600 firme raccolte tra i cittadini, il sindaco condivide la mozione, niente lasciava presagire che si volesse far saltare la discussione e si va in consiglio: "Giovedì in consiglio la trappola. Di fatto la nostra lista è stata affossata dalla sua maggioranza, probabilmente per mandarci via e potersi candidare senza problemi alle regionali nelle liste di Acquaroli a destra. Un consigliere con un foglietto con i nomi delle persone che dovevano uscire per fare mancare il numero legale stava in consiglio e oggi il sindaco dà la colpa a noi di questa situazione? Calcinaro ha fatto la sua scelta e deve dirlo alla città, non c’è più nulla di civico e c’è solo il centro destra in giunta".
a.m.