La famiglia, a Natale, può essere composta da una decina di mamme, altrettanti minori che diventano i figli di tutti, gli educatori, i sacerdoti, i volontari. È la grande famiglia della Fondazione Sagrini, la comunità ogni anno celebra il Natale con una festa che vale come un abbraccio a tutti quelli che sostengono il lavoro qui, dal Rotary club a Magicabula che manda i clown tutti i sabati pomeriggio a giocare coi colori e i sorrisi. E poi le forze di polizia che quelle donne proteggono, da quando denunciano le violenze che subiscono fino alla nuova vita da costruire. C’è il vescovo Rocco Pennacchio, il sindaco Calcinaro e tutta la giunta, c’è padre Sante Pessot che presiede il Cda della fondazione. E poi c’è don Vinicio Albanesi, presidente della comunità di Capodarco da cui il Sagrini dipende, che è sempre pronto a cogliere nuove sfide: "il Sagrini è il cuore naturale della nostra azione per i più giovani. Qui c’è la casa di accoglienza per madri e figli minori, nella piazza qui accanto c’è il The tube per il dopo scuola degli adolescenti. Ci porteremo anche i ragazzi che oggi sono ospiti della comunità Sant’Anna, nel quartiere di Santa Petronilla, adolescenti, soprattutto ragazze, che hanno già vissuto troppo dolore. Sarà la cittadella dell’infanzia, è un luogo per i giovani perché c’è un estremo bisogno di risposte. Dentro di noi ci sono sempre brandelli di generosità, qui abbiamo persone molto capaci". "Qui c’è un’equipe che funziona davvero, con la guida di Laura Censi, ha sottolineato Riccardo Sollini, direttore di Capodarco, quello che facciamo è costruire un posto di relazioni e di costruzione di futuro. anche l’addobbo che c’è in comunità, l’albero, questo momento insieme, sono nuovi punti di partenza". Il sindaco Calcinaro ha sottolineato come il Sagrini sia una maglia importante del sistema di servizi sociali per le donne e per i minori, un abbraccio collettivo dove nessuno deve restare indietro. Poi ci sono stati loro, i bambini, i ragazzi, le donne che vivono al Sagrini un tempo di rinascita, hanno parlato di quanto è difficile essere sempre giudicati, chiamati a rispondere delle scelte di altri o di un modo di essere particolare, di un taglio di capelli o di una felpa troppo larga. Hanno chiesto di poter essere liberi, un pensiero ripreso dal vescovo Pennacchio che ha concluso così un pomeriggio denso di emozioni: "Ci avete ‘scomodato’ con le vostre richieste e questo credo sia il senso di questa festa che ci porta verso l’Immacolata, dobbiamo sentirci scomodo nelle nostre certezze che invece dobbiamo sempre mettere in discussione, per ascoltare l’altro, per fare la nostra parte". Angelica Malvatani
CronacaLa magia del Natale. Divertimenti, spettacoli e tanta solidarietà: "Nessuno si senta solo"